LA CITTÀ NELL’ARTE DEL RINASCIMENTO 77 sione Demolita 1 antica panetteria, le botteghe di legno dei venditori di pane erano state poste ai piedi del campanile, ma nel 1574, dopo che un incendio ebbe distrutte quelle botteghe, fu inalzata una nuova panetteria sul rio della zecca. Anche i portici del palazzo ducale erano deturpati da botteghini di notai, addossati alle colonne, da banchi di cerretani e cavadenti <2>, da scranne, cassoni, armadi, nè un decreto del 22 settembre 1569 potè togliere del tutto quegli ingombri <3>. L’augusto edificio, che nelle facciate sulla piazzetta e sul molo conservava l’aspetto medievale, ebbe il cortile ornato di tutte le ARCH. A. M. GAMBELLO E M. CODUCCI — LA CHIESA DI SAN ZACCARIA (1457-1515). grazie del Rinascimento. Per risarcire i danni dell’incendio del 1483, fu chiamato un artefice insigne, il veronese Antonio Rizzo, il quale iniziò i lavori dei due prospetti marmorei, suntuosamente eleganti, sul cortile e sul rio, la scala detta poi dei giganti, l’edificio sul cortile dei senatori e l’arco Foscari (1483-1490). Pietro Lombardo, Bartolomeo Buono, e il milanese Antonio Abbondi, detto lo Scarpagnino, furono continuatori del Rizzo in queste opere, compiute nel 1500, sotto la ducea di Agostino Barbarigo. (1) Arch. di Stato, Senato Terra, reg. 53, c. 63. (2) c Già sono passati molti anni che solevano essere alcune botteghe di legno appese alle colonne del portico del « palazzo della Signoria di Vinegia, là dove si suole predicare ogni dominica, nelle quali vi stavano diversi cavadenti, «vendendo dei braghieri per quelli che erano aperti per di sotto». Malespini, Novelle cit.. P. Il, c. 146 t. (3) Lorenzi, Monumenti per la st. del Pai. due., Venezia, 1868, P. I, pag. 361.