LA SCULTURA, LA PITTURA E LE ARTI MINORI 321 di pregio da artefici nostri nel 1209 e nel 1345 (1). Insigni opere bizantine sono pure i sei quadri d’argento sbalzato e dorato, due del secolo X e quattro del XII, che formano la pala d’argento della chiesa arcipretale di Caorle, e le tredici piastre della stessa età e dello stesso metallo, che appartenevano alla pala del duomo di Torcello e si conservano ora nel museo di quell’isola (2>. Con tali maestri e modelli l’industria nostrale prosperava. Forse erano d’artefice veneziano quel tauleri doppio da giocare a scacchi e a morelle, in cristallo, diaspro, argento, pietre preziose e perle, e quelle coppe di cristallo con argiento e cho pietre e cho perle, di cui si parla nel testamento di Pietro Vioni del 1264 (3>. Non si può affermare che la edicola o pace di bronzo dorato, del secolo XII, con figure di smalto ad incastro, stretta imitazione degli smalti di Limoges, custodita nel museo Correr sia lavoro veneziano (4>, nè che la pala d’argento dorato della chiesa di San Salvatore, che si crede del 1290, e appartiene invece al Trecento, sia la più antica opera tra le importanti dell’oreficeria veneziana, ma è certo [che apprezzati e ricercati dovunque erano gli orafi veneziani, tra i quali si ricorda un Marino Nadal, che, nel 1225, ebbe dall’imperatore Federico II la commissione di una corona d’oro con perle e gemme (zoia) (5>. Nel 1296, Carlo II di Napoli arricchisce il tesoro di San Niccolò di Bari con vari oggetti preziosi ad (1) Composta di sacre figurazioni a smalti bizantini, incanalati in lamine d'oro, larga 3 metri e 48 centimetri, alta 1 e 40, la pala, innanzi alla caduta della Repubblica, era ricca di 1300 perle grossissime, 400 granate, 90 a-metiste, 300 zaffiri, 300 smeraldi, 15 rubini, 75 balasci, 4 topazi e 2 cammei. Veludo, La pala d'oro nell’opera : Il tesoro di S. Marco di A. Pasini, Venezia, Ongania, 1887. (2) La Madonna col Bambino, altra o-pera bizantina che si ammirava nella cattedrale di Torcello, è ora al South Kensington Museum. Bizantini erano pure quei reliquiari che custodivano frammenti lignei della santa Croce (stauroteche). Bellissima la stauroteca ch’era nel monastero di San Michele di Murano, ed è ora nella galleria di Urbino. Cfr. Serra, Una stauroteca e un vessillo navale bizantino, in « Arcadia », Roma, a. 1918, (3) Arch. Ven. », a. 1883, t. XXXVI, pag. 163. (4) La Pace si discosta dallo stile orientale e segue quello degli smalti di Limoges e renani del secolo XII. 11 Lazari (Notizia cit., pagg. 104 e 180) ritiene si debba assegnare questo oggetto a Venezia, al declinare del secolo XII o a’ primi anni del XIII, per analogie ch’ei vi riscontra coi più antichi de’ nostri mosaici e con le primitive opere di pennello veneziano, ma quelle analogie non esistono, ed è assai dubbio che la Pace sia stata lavorata proprio a Venezia, quando cotali oggetti erano di trasporto facilissimo. (5) Lib. Plegiorum, Reg. Predelli, n. 333. RELIQUIARIO DI UN FRAMMENTO DELLA COLONNA DFLLA FLAGELLAZIONE* Lavoro d’arte veneziana del 1372. (Tesoro di San Marco). Molmenti, La Storia di Venezia nella Vita Privata P. I.