GLI ESERCIZI GUERRESCHI E LE FESTE CIVILI 171 danti notizie intorno ai bersagli e alle solenni gare che si facevano specialmente nei giorni di festa a San Niccolò del Lido, e l'immaginazione può figurarsi quelle feste e il luccicar delle armi e le variatissime insegne. Il primo palio si teneva di solito alle feste di Pasqua o di Natale : tre nobili segnavano l’ordine che i balestrieri doveano seguire nel presentarsi al bersaglio, e al primo e al secondo vincitore si davano in premio palii di diverse stoffe, al terzo una balestra con turcasso*1*. E perchè la giovanile baldanza dei balestrieri, fra le inquietudini della gara e la esultanza della vittoria, non avesse a trascorrere in romorose baldorie o in risse e tumulti, i signori di BALESTRA F. FRECCIE (SEC. XV). (Museo Correr). I» BALESTRA USATA DAI VENEZIANI NELLA GUERRA DI CHIOGOIA. (Disegno del Grevembroch). notte e i capisestiere, coi loro armati, vigilavano affinchè l’ordine fosse mantenuto, e in quei dì facevano chiudere l’osteria del Lido, proibendo ogni ven- « in illis locis qui abiliores dominio videbuntur.... ». Segue la numerazione dei luoghi, dove si doveano istituire bersagli. In aggiunta ai luoghi da noi menzionati, altri sono indicati nel decreto 26 febbraio 1365 (Misti, reg. 6, c. 24 t.), ed altri ancora nelle proposte fatte il 27 aprile 1374 (Misti, reg. 6, c. 132). (1) Il balestriere, quando voleva caricar l’arma, la poneva coll’arco all’ ingiù e colla noce rivolta al petto ; quindi prendeva il teniere con la mano sinistra, metteva il piede destro nella staffa, e incurvandosi agganciava con la destra la corda ad un uncino, che dalla cintura gli pendeva per una forte striscia di cuoio (cro-cus), e poi rialzandosi metteva la corda nella tacca maggiore della noce. Per la mira il balestriere prendeva, con la sinistra, l’arma nel rinforzo, poneva sotto l’ascella destra l’estremità del teniere opposta all’arco, e con la palma della destra teneva la parte del teniere più vicina alla sua persona. Presa la mira, premeva il ferro ripiegato del grilletto, il quale, ritirando così la sua estremità, lasciava libera la noce ; questa allora girava intorno al suo asse verso l’arco, la corda usciva dalla tacca e il colpo partiva. Monticolo, Capitolari cit-, voi. I, pag. 173, n. 1. Come per la forma delle navi, così per quella delle armi, troviamo preziosi esempi nei quadri del Carpaccio.