366 CAPITOLO XI. IL DOGE DOMENICO MICHIEL. sono figurati in alcuni mosaici del secolo XIII dell’atrio della basilica, e specialmente in quello del prospetto, ove è rappresentato il trasporto delle reliquie dell’Evangelista. Il doge, che sta per entrare nella chiesa, accompagnato da solenne corteo, ha tunica e calzari purpurei, e rosso il berretto, foggiato a mitra; seguono i nobili con la veste talare di drappo operato e ricamato, stretta ai lombi da una cintura. Nell’angolo a sinistra, è un gruppo di gentildonne, tra le quali spicca la dogaressa, abbigliata con maggior sfarzo. Dagli omeri le scende un lungo manto rosso, e una cintura, rossa del pari, le serra al fianco la veste cilestrina, adorna di ricami; in testa una corona gemmata. Accanto a lei le donne ci danno saggio di molta varietà in quell’antica eleganza; una ha i capelli biondi, incoronati da un aureo diadema, e sulle spalle un manto azzurro ; un’altra lega la Mosaico del sei. xiv. chioma con liste di stoffa di vario colore ; una terza (Basilica). avvojge intorno al viso una benda; una quarta ha sulla spalla destra affibbiato un manto purpureo, foderato di verde, sotto il quale si scorge la veste violacea, guarnita d’argento. Due fanciulli, tenuti per mano da queste donne adorne, indossano un gonnellino, partito per lungo a rosso e azzurro. Il mosaico non risale più in là del 1204, poiché si vedono affigurati, sul pronao della basilica, i quattro cavalli di bronzo, ma rappresenta costumi di tempi precedenti, di schietta impronta bizantina, e conviene quindi osservare che in pochi decenni la moda aveva avute non poche variazioni se si confronti con questo il mosaico del ritrovamento delle reliquie di San Marco, nell’ interno della basilica, che è una vera esposizione del vestiario muliebre alla fine del secolo XII: un vestiario arricchito di gioielli, di fibule d’oro, di collane di madreperla, di tiare a vivissimi colori. Fra il popolo invece si conservarono a lungo la forma e la semplicità delle vesti degli Eneti antichi e, quasi per continuare la tradizione remota, si preferì ancora, tra i colori, l’azzurro. Un semplice panno scendeva dal capo sulle spalle delle popolane, e le fanciulle, severamente guardate, non si mostravano in strada senza che un bianco velo coprisse loro la faccia e gran parte della persona. Gli uomini di condizione modesta portavano lunghi i capelli e la barba; berrette o cappucci; mantelli simili alla veste militare romana: breve tunica, calzoni abbottonati sullo stinco, o fascie avvolgenti le gambe. Dopo il dodicesimo secolo incominciano VESTE DI POPOLANO, a poco a poco ad accogliersi in Italia le foggie, Mosaico dei sec. xiv. (Basilica)