LA SCULTURA, LA PITTURA E LE ARTI MINORI 319 tere di vetro da un Natali veneziano, da non confondersi col vescovo di Jesolo Pietro de’ Natali (1). Nel secolo XIII si fabbricavano di cristallo di rocca o quarzo jalino e si falsificavano col vetro (2) ogliari vitrei ab oculis ad legendurn (3> ; e sulla fine del dugento si dipingevano a fuoco, con gusto squisito, oggetti di vetro, come un raro bicchiere — forse per lampada — del museo Britannico e una coppa del museo di Bologna. La vetraria muranese ebbe sul finire dell’età di mezzo un grande artista : Angelo Beroviero, il più celebrato di una famiglia di vetrai, che incomincia con un Antonio, phiolarius di Murano nel secolo XIII (4>. Di Angelo Beroviero troviamo ricordo nel 1424, e a lui ed a’ suoi figli, fabbricatori impareggiabili dì coppe e vasi azzurri, lattisini, di calcedonia, di turchese, tutti coperti di ornamenti d’oro, di graffiti, di pitture a smalti fusi, furono prodighi di lodi i contemporanei : il Filarete, nel suo trattato di architettura, non solamente lo esalta come maestro di vetri, ma lo propone per i mosaici pavimentan della reggia nella sua città ideale. Dopo la morte del padre e dei fratelli, rimasero a continuare il celebrato lavoro, nell’avita fornace all’ insegna dell’Angelo, Giovanni e Marino Beroviero, possessori del BICCHIERE PER LAMPADA D ARTE VENEZIANA (SEC. XIIl). (Museo Britannico). COPPA DI MURANO DELL’ANNO 1465. (Museo di Bologna). (1) Cicogna, Iscr., VI, 956. (2) È erronea l’invalsa credenza che gli occhiali sieno stati inventati sul cadere del secolo decimoterzo da Salvino degli Armati fiorentino. (Alber-totti, Nota crit. e bibl. riguardante la st. degli occhiali, negli « Annali di oftalmologia », a. 1914, pagg. 347-9). I. Del Lungo (Le vicende di un'impostura erudita, in « Arch. St. It. », a. 1920, voi. I, disp. I, pag. 53) dimostra che la gloria di Salvino degli Armati è impostura, architettata nel 1684 da F. L. Del Migliore nella sua Firenze città nobilissima illustrata, e ribadita da D. M. Manni, nel Trattato istorico del 1738. La miglior critica in un diligente processo di revisione ha oggi distrutto la fama usurpata. Le testimonianze sul primo uso degli occhiali tra noi, si restringono al passo dell’antica Cronica dei frati predicatori del convento di Santa Caterina di Pisa, edita dal Bonaini nell’ « Arch. Stor. It. », a. 1848, voi. VI, pagg. 476-478. « Frate « Alessandro della Spina... il quale quel che fatto vedeva sapeva egli rifare.... « gli occhiali, che altri per primo aveva fatto e non voleva comunicarne il se-« greto, fece egli e a tutti comunicò lieto e volonteroso ». Il Del Lungo dice esser lecito pensare che il trovatore degli occhiali fosse proprio frate Alessandro. (3) La forma degli occhiail a stringinaso si vede in un dipinto del 1352 di Tomaso da Modena nel Capitolo della chiesa di San Niccolò in Treviso. Rappresenta il cardinale Ugo di Provenza in atto di scrivere cogli occhiali. Al-bertotti, Una figura con occhiali, Pavia, Bizzoni, 1904. (4) Lazari, Notizia cit., pag. 96. — Angelo Beroviero, per condurre a perfezione l’arte dei vetri colorati, profittò degli insegnamenti di Paolo Godj, nativo di Pergola nella Marca Anconitana, pievano di San Giovanni di Rialto (Cicogna, Iscr., VI, 467). Al Beroviero, oltre alla coppa nuziale che riproduciamo più avanti nel capitolo XIII, dove si parla delle nozze, sono anche attribuiti un bel piatto di vetro smaltato nel museo di Trento, e un’altra coppa azzurra della metà del secolo XV, nel museo nazionale di Firenze e il bicchiere per lampada nel museo Britannico. Si può credere opera del Beroviero anche la coppa del museo di Bologna, fatta nel 1465 in occasione delle nozze di Ginevra Sforza con Giovanni II Bentivoglio. Cfr. Schmidt, Die venezia-nischen Emailglciser des XV und XVI Jahrhund., in « Jahrbuch der Kònigl. Preussisch. Kunstsamml. », Berlin, 1911, pag. 249.