IL SENTIMENTO RELIGIOSO ECC. 139 acessero ricerca degli eretici, i quali dovevano essere esaminati dai vescovi, ma giudicati dal Governo come per ogni altro reato. E con curiosa miscela di giurisdizioni faiche ed ecclesiastiche, si istituiva nel secolo XI11 un magistrato contro i patareni e gli usurai (1>; e l’8 luglio 1270 si decretava la unione di questo uffizio dei patareni ed usurai con quello dei sopra canali, « quod — dice il decreto — de duobos offitiis, « videlicet de ilio usurarum et patarenorum et de canalibus fiat unum »<2>. Ma la curia romana non mancò di perseveranza e tenacia per ottenere il suo intento, e dopo molte ripulse riuscì finalmente a papa Nicolò IV di far accettare nel 1289 il Santo Uffizio anche dalla Repubblica (3>. Però non si lasciò mano libera alla potenza sacer- SCAVI DI GRADO FATTI NEL 1918. dotale: lo stato teneva sotto la sua sorveglianza e dipendenza il tribunale dell’inquisizione e ne sosteneva le«spese: i giudici ecclesiastici pronunziavano le sentenze, ma ai processi doveano assistere tre senatori, che avevano autorità di sospendere la discussione, o d’impedire l’eseguimento delle sentenze, se le avessero ritenute contrarie alle leggi e ai pubblici interessi. Così anche nell’ordinare, con queste ed altre successive restrizioni, il Santo Uffizio, che in altri paesi cadde negli eccessi di un feroce fanatismo, Venezia volle salva la sovranità dello stato. Alle ingerenze di Roma, che voleva trovare negli stati italiani aiuti a’ suoi interessi e alle sue ire, Venezia rispose sempre con la parola serena di chi tollera e compatisce, di chi molte cose intende e sa volere. Un esempio. Nel febbraio del 1331, quando il papa avignonese sollecitò il Governo veneto ad allontanare dai suoi stati Giovanni da Chiaramonte (4>, colpito da scomunica papale per il favore prestato a Lodo- (1) Arch. di Stato, Miscellanea cod.y n. 133, c. 121, 122. (2) Ibid., Avogaria di Cornuti, Bifrons, c. 40. (3) Cecchetti La Rep. di Veti, e la Corte di Roma cit., voi. I, pag. 16. (4) Riezler, Vatikanische Akteti, Innsbruck, 1899, pag. 498, n. 1439.