216 CAPITOLO VIL estendesse la potestà giudiziale anche a quei sudditi d’altri paesi, coi quali trafficava (1). Quando Enrico Dandolo entrò vincitore in Costantinopoli (1204), Venezia, divenuta arbitra dei destini d’Oriente, ebbe una quarta parte dell’immensa preda di guerra, e acquistato il diritto di possedere parecchie terre dell'impero, seppe scegliere avvedutamente e con notizia piena, minuta, esatta, le costiere marittime più opportune al commercio*2). Fu questo il momento della massima grandezza di Venezia, e non si può anche oggi non sentirci spinti ad ammirare, al pari dei contemporanei, la numerosa e poderosa armata che una città sola aveva saputo allestire con tanta larghezza e puntualità. Bisanzio era soggiorno vagheggiato dai Veneziani, non così AfODELLI DI NAVI (EX-VOTI DI MARINAI). Particolare del quadro « Interno della chiesa di S. Antonio di Castello » di Vettore Carpaccio. (Venezia, Accademia). però da essere preferito alle loro lagune; e non è da prestar fede alla tradizione che narra come nel 1222, sotto il doge Pietro Ziani, fosse in molti il pensiero di trasportare la capitale a Costantinopoli, e che, messa la proposta a partito, per un solo voto si decidesse di rimanere a Venezia. Se pur l’idea sorse nella mente di alcuno, fu certo immantinente respinta*3). Più tardi quando l’emporio di San Giovanni d’Acri (1291), nido preferito della potenza genovese, divenne a vantaggio dei traffici liguri come un gagliardo fortilizio di concorrenza del vecchio mercato costantinopolitano, Venezia, baldanzosa della sua (1) Marín, St. del comm. dei Ven., Venezia, 1800, voi. Ili, lib. I, cap. Vili. (2) Tafel e Thomas, Urkunden ecc. cit., voi. XII, pag. 444 segg. (3) Narra infatti la tradizione, raccolta da alcune cronache, che il doge Ziani consigliasse di lasciar Venezia, continua-mente esposta ai pericoli delle inondazioni, e che, all’ infuori della pesca, nulla produceva, laddove Costantinopoli era un paese dotato de tute le grazie e i doni de Dio. Angelo Faliero, rispondendo al doge, ricordava gli affetti che legano gli uomini alla terra natale, notando anche come lo squallore dei luoghi avesse spinto i Veneziani alla suprema principale industria, la navigazione. Quindi, posta a partito la proposizione, fu deciso per un solo voto di non fare la disegnata emigrazione a Costantinopoli.