INTRODUZIONE 11 le corse dei cocchi, le rappresentazioni sceniche e specialmente i giuochi iselastici, ossia lotte e corse, seguite da sfide di canto e di poesia. A detta di Plinio, il popolo veneto serbò sempre severità di costumi ; gli uomini rassegnati all’ubbidire non all’essere schiavi ; non pavidi dinanzi al nemico, ma non insolenti ; non facili alle imprese di guerra e meglio intenti all’agricoltura e alle industrie le donne ben guardate e pudiche, miti e modeste, senza soverchi ornamenti. L’ordine della famiglia sottomesso alla disciplina dello Stato, perfino nella scelta della moglie, giacché, seguendo un'usanza degli antichi abitatori dell’Illirio, tramandataci da Erodoto, ogni TRACCIE DELLA VIA < ANNI A » DALLA PORTA DI AQUILEIA A NORD-OVF.ST VF.RSO CONCORDIA. anno si radunavano in un giorno determinato le giovinette da marito e, alla presenza dei pubblici uHiziali, ciascun giovine sceglieva la sua compagna. Le belle venivano naturalmente preferite, ma una provvida legge obbligava chi le avesse prescelte a dare una somma di denaro, per costituire la dote alle men belle e alle difettose, alle quali in tal guisa era più agevole trovar marito <2). Vestigia di tale costume troveremo anche tra i Veneti secondi. Prima e durante l’èra romana, in cui adottarono la toga, la quale diede al paese il nome di Gallia togata, i Veneti furono modesti nel vestire, nè mai conobbero la delicatezza e la mollezza delle colonie etru-sche, stanziate nel paese limitrofo, nè seppero mai che fossero le bombici, il bisso, (1) Micaij, St. dtgli antichi popoli it., Firenze, 1832, cap. XIX. (2) Pignoria, op. cit, cap. XI.