LE ABITAZIONI E GLI ARREDI ECC. 307 (alari), tre pe (treppiedi), caldere (caldaie), segli (secchie), panaroli (assi da pane), albuol (madia), masena de petra ad faciendurn salsarn <’>. I pittori del secolo decimoquarto e del primo Quattrocento non s’indugiano a ritrarre le nuove eleganze degli appartamenti. Alcune rozze miniature e disegni di un manoscritto veneziano del Trecento*2* danno, insieme con le iogge delle vesti, la forma di qualche masserizia domestica<3>. Maggiori e più curiosi particolari sono nelle opere di Gentile Bellini, del Carpaccio, di Benedetto Diana, dei Mansueti. Si potrà forse opporre non esser buon divisamento porgere, come testimonianza dei costumi dell’età di mezzo, le opere di questi pittori, che già appartengono alla Rinascita, ma noi avverti-remo che le figurazioni quattrocentesche •' mutano soltanto qualche linea e alcuni ’ elementi decorativi del più antico arredo, non ne rinnovano già le forme ed i tipi, così che servono bene alla viva rappresentazione degli usi domestici di tempi anteriori. Fra i dipinti di Vittore Carpaccio, in cui gli uomini e le cose rivivono, per magistero dell’arte, la vita reale, uno ve n’è che rappresenta una stanza da letto, dove gli addobbi e la mobilia hanno l’impronta dello stile medievale, e pulsi sente diffuso nell’aria il soffio del Ri-nascimento. Raffigura Orsola, la santa vergine, che posa il capo addormentato sull'origliere, nel quale è scritta la parola Injantia. Nel sogno le appare un angiolo con in mano la palma del martirio. Due finestre, dai rotondi scudetti di vetro e con due vasi di piante sul davanzale, illuminano la decorosa stanza. che spira una grazia placida, un’eleganza signorilmente eletta. L’armadietto, il soprapporto, le membrature architettoniche del soffitto e delle pareti biltà di forme oggetti di uso quotidiano, SFORMA DI LETTO. Particolare dell’ancona « Miracolo di San Martino », di un ignoto pittore veneto (a. 1349). (Chioggia, oratorio di San Martino). rivelano una squisita maestria, ond’ hanno no-e vi si riilettono i pregi di un’arte che mostra ben visibili le qualità essenziali del tempo: la semplicità e la forza. Pareva che le nuove comodità dell’abitare si ritrovassero in comune domicilio colle eleganze delle industrie artistiche, delle quali tratteremo partitamente più avanti. I soffitti dell1 entrada e qualche volta del portego erano a grandi e robuste travi dipinte e intagliate (intele-radure alla tedesca), o a foggia di carena di nave come nella chiesa di San Giacomo (1) Testamento di Paolo Barbo (28 ag. 1325), che si riferisce ad altro testamento del marzo 1277, pubbl. dal Cecchetti, La vita dei Veneziani nel 1300 (Le Vesti), Venezia, 1886, pag. 119. (2) Leggenda dell'andata di Lodovico di Francia al Purgatorio (Museo Correr, Mss. Correr, n. 1508). È scritto in volgare da un veneziano. Il ms. cartaceo è illustrato da quarantuno disegni a penna e colorati. La data è circa la metà del sec. XIV, perchè alla seconda pagina del codice si legge che l’autore andò a Roma, ove si presentò a papa Innocenzo VI, che pontificò dal 30 dicembre 1352 al 12 settembre 1362. Cfr. Lod. -Frati, Tradizioni stor. del Purgatorio di S. Patrizio, in « Giorn. stor. d. lett. it. », a. 1891, XVII, pag. 54. (3) Disegni di antiche masserizie e utensili domestici, che si conservavano ancora nei palazzi e nelle chiese fino alla metà circa del secolo XVIII, si possono vedere nella cit. raccolta del Grevembroch al museo Correr.