LA SCULTURA, LA PITTURA E LE ARTI MINORI 345 corare le tombe dei loro cari, e si può anche conoscerne il prezzo. Un Giacomo Gua-lengo, chioggiotto (1377), per una tavola destinata alla chiesa di San Giovanni Battista in Chioggia, dà centoventi ducati d’oro; Giovanni Sanudo Torsello per un quadro d’altare in chiesa di San Zaccaria offre sessanta ducati d’oro (1). Qualche testamento è una efficace descrizione delle consuetudini familiari. Angelo Tedaldo, pittore di San Canciano, nomina (.30 dicembre 1324) esecutore testamentario ed erede residuarlo il figlio suo diletto, Gioachino, e gli ordina di restituire a donna Florida (mia rnuier e soa mare) la sua dote, che in tutto, tra denari, vigne, campi e bestiame... drapi et ar- STATUA EQUESTRE IN LEGNO DEL CAPITANO PAOLO SAVELLI (1405). (Chiesa dei Frari). nise monta libre VI de deneri pizoli veneciani. Insieme con Gioachino e con l’altro figlio, Pietro, pittori anch’essi, Angelo Tedaldo aveva fatto molte desegnadure a Pietro e a Guglielmo Zapparin, e ne aveva ricevuto plusor denari. Il Tedaldo aggiunge: se le desegnadure montase men de quello chio he ricevuto dal dito ser Vieimo Zapparin, voio chelli sia satisfato ; ma prima vuole che i suoi lavori sieno stimati per bone persone de la nostra arte. Poi ordina a Gioachino di fare o di far fare alcuni lavori nella chiesa di San Canciano, dal cui circondario si chiamava il Tedaldo. La chiesa di San Canciano è antichissima, ma essa non fu consacrata che nel 1324, quando il Tedaldo voleva si facesse tanto lavorer che amonta soldi XX de denari grossi veneciani per anema mia. Un altro pittore, Bartolomeo, di Santo Stefano di Murano, (1) Cecchetti, Nomi di piti, e lapicidi antichi, in « Areh. Veneto », a. 1885, t. XXX, pag. 49.