IL SENTIMENTO RELIGIOSO ECC. 131 e Domenico Michiel. Essi, aiutando le crociate, non fecero tacere, è vero, gl’istinti mercantili, non dimenticarono per la fede gl’interessi commerciali e politici, ma i mercanti si tramutarono molte volte in eroi, e i signori del mare, in un connubio di palpiti cristiani e di mercanteschi disegni, seppero accordare i sentimenti religiosi con gl’interessi della patria. Da ciò si comprende come Venezia abbia sempre combattuto quella misticità morbosa che in altri paesi avviliva gli animi. Certe congregazioni, che nei secoli XII e XIII apparvero in molti luoghi, furono chiamate scholae battutorum, perchè i confratelli si battevano con flagelli e con certi stromenti detti scopae, che poi presero il nome di discipline. Ma tali degenerazioni della religione, più energicamente che in altri comuni italiani, furono raffrenate e vinte dai governanti veneti, i quali pen- VEDUTA GENERALE DEGLI SCAVI DELLA BASILICA DI S. 1LARIO COMPIUTI NELL’ANNO 1880. savano essere insano l’uomo che ha sete di dolore e di martirio, che vuol patire e nel patimento s’inebria. Non fu quindi permesso, se non in qualche circostanza eccezionale, che per le vie della città si vedessero quelle tristi processioni di penitenti, che andavano, fra canti e preghiere, flagellandosi il dorso. Hoc factum est in omnibus aliis civitatibus, praeterquam Venetiis sapientibus, scriveva Girolamo da Forlì O. E quando, nel 1399, le processioni dei Bianchi, uomini e donne biancovestiti, con le faccie velate, cantando inni e preghiere, dopo esser passate per le terre d’Italia, vennero anche a Venezia, sotto la protezione del fiorentino Giovanni Dominici domenicano, poi cardinale e beato, di prete Leonardo Pisani e del patrizio Antonio Soranzo, la Signoria vietò quei lugubri spettacoli, e il fante dei Dieci, incontrata la processione ai Santi Giovanni e Paolo, strappò di mano al duce dei salmodianti il crocifisso e, come scrive un cronista, rompe le brace del crocifisso e disfece la processione. 11 Dominici, il Pisani (1) Hieronymi Foroliv., Chronicoti de Forolivio, in « Rer. It. Script. », t. XIX, col. 875.