250 CAPITOLO Vili. Uno dei danni più gravi di questi armeggìi e di queste forme d’affari era l’aumento della circolazione fiduciaria in conseguenza dell’esodo del numerario n); danno cui si credeva riparare, nei momenti di più acuto disagio, con restrizioni alla libertà degli scambi'2*. Con tali restrizioni si tendeva a impedire che i negozi, superiori al vero capitale, potessero farsi apertamente, e così si voleva tutelare la fermezza dei patrimoni; ma poi, superato il pericolo, non si poteva non vedere che per altra via le disposizioni limitative della libertà riescivano a danno(3), e, fosse per obbedire ai moniti dell’e- sperienza, fosse per non saper abbandonare gli usi tradizionali, si ritornava ai sani principi di libertà: lasciare che le private iniziative cercassero le più agevoli e più profittevoli vie, e riguardare l’utile del comune da un altro e migliore aspetto, senza voler imporre una traccia al cammino, regolando soltanto l’azione de’ forestieri ammessi di recente alla cit- DENARO DI ENRICO III E DI ENRICO IV (*) (1056-1106). IL MARCUCCIO O MEZZO DENARO DI VITALE MICHIEL li (1156-1172). tadinanza <4). Ai danni e-ventuali pareva sufficiente opporsi con frequenti li-gationes terrae, per riguardi politici, o con limitazioni di varia durata, per considerazioni economiche, o infine con balzelli di varia entità, per ragioni prevalentemente fiscali. Non si scioglieva però ancora il nodo della questione, ossia non si otteneva sicurezza di conservare il contante, e con (1) Nel 1358 si riscontrava che in Venezia era « magnum incomodimi denariorum contatorum, quod inducit manifestum « damnum in facto mercationum tarn intus quam extra in facto navigandi et hoc videatur esse occasione ducatorum, qui portantur extra terrain » (Lattes, La libertà cit., pag. 30, doc. III). Nel successivo settembre si ripeteva il lamento : « monete « nostre auri et argenti videantur multum deffecisse et quottidie defficere, quod est in maximum sinistrum et impedimenttrm « mercationum et totius terre » (Ibid., pag. 32, doc. V). I medesimi lamenti sono rinnovati nel 1374, altro anno di oscure mi-naccie per la economia veneziana (Ibid., pag. 33, doc. VII — 31 agosto 1374). (2) R. Cessi, L' « officium de navigantibus » cit., pag. 123; Il problema bancario cit., pag. 791 segg. (3) Nel 1338 si aboliva l’officio dei naviganti con questa motivazione : « Cum officium de navigantibus non respondeat « cum honore et bono terre, nec propterea fit de mercationibus minus quam prius, vadit pars quod ipsum officium..... sit revocatum (Senato, Misti, reg. 17, c. 110 — 8 nov. 1338). Quando nel 1361 ne fu riproposta l’istituzione, gli oppositori dell’ indirizzo restrittivo dichiararono : « Quia inter alia que faciunt pro statu et conservatione nostra est principaliter cavere « bona hora ab hiis que manifeste contradixerunt et contradicunt statui et fame nostre nec ullatenus intrare in eis pro bono « comuni et omnium inercatorum et, sicut est notum, sit mentio de creando officium navigantium, alias ex notissimis causis « revocatum, quod si fieret, leviter posset statui nostro tanta sinistra et mala adducere, quod melius fuisset in talibus non DENARO O PICCOLO DI SEBAST. Z1AN1 PICCOLO DI ORIO MASTROPIERO (1172-1178). (1178-1192). intrasse ullo modo, quia non est aliud dicere nisi quod boni volentes observare ordines remaneant decerti et mali fiant « divites et pieni, quod est contra deum, et melius est et cum maiori honore et auguinento status nostri potest provideri, ita « quod status noster prosperabitur », doveasi attuare un sistema di polizia commerciale, che non implicasse restrizioni a solo profitto di determinati gruppi finanziari (Senato, Misti, reg. 30, c. 40 — 1 dicembre 1361). (4) Così nel 1363 si riaffermava intero il principio di una sana libertà, mentre ferveano i più aspri dibattiti sull’accettazione dell’uno o dell’altro sistema : « Quia nihil est quod status civitatis nostre magis possit multiplicare et augere quam « dare omnem largitatem et causam per quam mercationes conducantur et fiant potius hic quam alibi, quia istud cadit ad « utilitatem comunis et specialium personarum et officium navigantium fuerit et sit potius turbativum quam adiutivum huius « nostre intencionis, et dummodo provideatur quod per forenses factos venetos non navigetur ultra quam faciant de imprestitis et quod per Venetos non taxetur havere forense, ipsum officium non erit necessarium », se ne delibera la revoca. O Esemplare col busto di San Marco senza aureola nè pallio. Vedi addietro, a pag. 121, il denaro col busto di San Marco nimbato.