220 CAPÌTOLO VII. dell’Adige senza toccare prima il suo porto; Cervia e Ravenna e le altre città di Romagna, per una serie di accordi, le aveano ceduto il traffico esclusivo dei loro più lucrosi prodotti; Fano e le città marchigiane erano divenute sue tributarie; ed infine, nella seconda metà del secolo XIV, si affermava vittoriosamente la sua preponderanza sulla costa pugliese, facendo capo al porto di Trani, dopo i fortunati successi che per circa un cinquantennio aveva riportati l’aspra e insidiosa rivalità dei Fiorentini, che s’erano fatti padroni del porto di Barletta*1*. Ben può dirsi che nel secolo XIV NAVI MERCANTILI E D\ GUERRA. Particolare di un quadro della serie « La vita di Sant’Orsola » del Carpaccio. (Venezia, Accademia). l'attività commerciale veneziana dominava tutto il mercato del mondo conosciuto*2*. Sino alla fine del Dugento, le navi venete avevano solcato i mari d’Oriente in tutta la loro ampiezza, avevano percorso il bacino occidentale del Mediterraneo, costeggiando (1) Yver, Le commerce et les marchands dans VItalie méridionale au XIII et au XIV siècle, Paris, 1903, cap. V e VI. (2) Nel periodo più fiorente della sua attività commerciale, anche Venezia, come già Firenze colla Pratica della mercatura, scritta fra il 1315 e il 1330 da Francesco Balducci Pegolotti, ebbe la sua tarifa zoè noticia dy pexi e mexure di luogi e tere che s’adovra marcadantia per el mondo. Custodita nell’Archivio di Stato, fu pubblicata dal R. Istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Venezia, celebrandosi l’undecimo centenario dell’Università di Pavia (21 maggio 1925). È documento di grande importanza specialmente per chi studi i commerci di Venezia coi paesi di Levante. Il codicetto di minuta scrittura mercantile della seconda metà del secolo XIV o del primissimo Quattrocento, incomincia così : « Questi sono li pexi « de Veniexia. In Veniexia son do pexi, l’un se è pexo groso, e l’altro pexo sotil, con li qual se pexano le marcadantie « tute che se vende a Veniexia. E al pexo groso se vende fero, rame, stagno, plumbo, lana e oro, charne, chaxo, miei, sonza, « e tute frute e pegola. E a l’altro pexo sotil se vende tute marcadantie che se duxe da Levante, zoè bombaxo, piper, inzenso, « zucaro, zinzevero, canela, endego, verzij, seda, grana, e tute gome, zera e ziafaran, garofali, lume de rocha, uva pasa, lin, « zitego, e tute spezie menude, et eziandio paternoster d’ambro ».