LA CULTURA E LA SCUOLA 421 incominciò a discorrere con Andriolo dello studio prediletto, e tanto il discorso si accalorò che i due eruditi popolani finirono col contendere verbis injuriosis (1>. La scuola era entrata nelle consuetudini domestiche, come attestano alcuni nomi di battesimo, quali una Graniatica uxor Petri Spatarii S. Oeminiani (a. 1342) e una Diatetica uxor rnagistri Binuccii (a. 1379). Fondazioni e borse di studio a profitto di studenti si trovano istituite in molti atti di ultima volontà, nei quali si lasciano pure, come pre- IL CARDINALE BESSARIONE, Dipinto del sec» XVI. (Biblioteca Marciana). ziosa eredità, libri rilegati in cuoio (cohoperti de corio) costosissimi. Il patrizio Giovanni Gradenigo (1340) lasciò una bibbia stimata ottanta ducati d’oro e un Seneca quaranta; e nell’eredità del doge Lorenzo Celsi (1365) si trovò unum librimi de Dante in quo sunt toti tria libri. Anche il Governo, pur non intralciando mai la libertà dell’insegnamento privato, conferiva sussidi agli scolari meglio promettenti, come a un frate Francesco di San Tommaso, che doveva andare all’università di Perugia (1333), a un fra Marino eremitano, che si recava all’università di Parigi, perchè efficiatur sapientissimus teologus quod est honor civitatis nostre ( 1334), a un fra Michele Neri, (1) Cecchf.tti, Libri, scuole ecc., in « Arch. Veneto », a. 188% voi. XXXII, pag. 333.