206 CAPITOLO VI. I * a -a O o vesti di seta, e da soldati, da sonatori di pifferi e di trombe, si recarono a San Samuele e, sovra un ponte di barche sul canalgrande, passarono a San Barnaba, dove abitava la sposa. La sposa, coperta d’oro e d’argento, accompagnata da due procuratori di San Marco e da sessanta dame, scese in chiesa San Barnaba per ascoltare la messa, mentre i giovani compagni correvano per la città, fra liete grida di popolo, fra lo sventolare di pennoncelli e di bandiere. Verso sera, centocinquanta gentildonne, sfarzosamente abbigliate, scesero dal palazzo ducale, montarono sul bucintoro e si portarono a San Barnaba, per condurre la sposa alla dimora dogale, dove le vennero incontro il doge e la dogaressa, seguiti da numeroso corteo di nobili, con gli abiti di maggior cerimonia, e da uno scintillante brulichìo di paggi e di donzelli, dalle fogge svariate e leggiadre. Durò il tripudio ancora per alcuni giorni, fra cavalcate e tornei in piazza, cene e danze in palazzo, corse di barche e serenate sul canalgrande <». Venezia diveniva o-gnor più la mèta agognata dei più insigni personaggi e di quanti erano amanti dello sfarzo e della (1) Fl. Cornaro,' Opusc. quatuor, Venezia, 1758, pag. 167 segg.