GLI ESERCIZI GUERRESCHI E LE FESTE CIVILI 207 (1) Nel secolo XIV furono ospiti di Venezia anche il duca d’Austria (1361), Pietro Lusignano re di Cipro (1362), Amedeo VI detto il Conte Verde (1366), Carlo IV imperatore (1367), Valenza di Bernabò Visconti (1378), Alberto signore di Ferrara, Modena e Reggio (1388), Francesco Gonzaga duca di Mantova (1389), Alberto arciduca d’Austria (1398). Nel secolo XV, il figlio del duca di Borgogna, nipote del re di Francia (1401), Emanuele II Paleologo imperatore di Costantinopoli (1403), Niccolò marchese di Ferrara (1405), il primogenito del re di Portogallo (1405), la moglie di Obizzo da Polenta signore di Ravenna (1412), Giacomo figlio del re d’Aragona (1414), l’arcivescovo di Westminster, zio di Arrigo V di Inghilterra (1418), Ottone duca di Baviera (1423), Giovanni VIII Paleologo imperatore di Costantinopoli (1438), Federico arciduca d’Austria (1448), Beatrice figlia di Ferdinando re di Napoli (1475) e altri. (2) Caroldo. Cron. cit., c. 86 t. (3) Teza, Leone VI di Cilicia e Frate Giovanni, in « Atti Ist. Veneto », a. 1906-07, t. LXVI, pag. 321 segg. (4) Agostini, Cronaca, c. 105, Bibl. Marc., It. Cl. VII, n. 1. (5) Arch. di Stato, Senato, Secreta, reg. 15, pag. 118 t. : « ... Vadit pars quod... emi debeat et eidem domine Bianche « presentari aliquod jocale vel aliud prò ducatis V c. in VI ut Collegio videbitur ». bellezza; e le vecchie memorie ci fanno passare dinanzi agli occhi re e principi fra la pompa delle accoglienze ospitali, prodigate dalia Repubblica per dare un’alta idea della sua opulenza e della sua potenza*1). Per non citar se non qualche esempio, si recò a Venezia, intorno al 1230, l’imperatore Federico II e fu incontrato al Lido dal doge Jacopo Tiepolo, e sul bucintoro fu condotto ad „ alloggiare nel palazzo ducale. Visitò minuta- / Wjt * ' ;5 mente la città, e chiestogli se gli piacesse, ri- /'^ ~ fiV spose, come narra il Caroldo, « che ogni cosa / C « gli piaceva, ma conveniva ¡stimar di gran- « dissima meraviglia et rara virtù la fede et y t « unione che si vedeva in tutta la città dal I « maggior al minimo » (2>. Nel 1382, Leone VI, armeno, re di Cilicia, liberato dalla cattività ^ ^ : dei Mamluchi, venne a chiedere alla Repub- tBLi flfw blica armi e navi per combattere in Cipro i Genovesi. Non gli furono concesse, ma fu ac- colto con splendida magnificenza e assistè al medaglia del doge «.chele steno (1400-1413). consiglio del doge e dei nobili *3). Pietro, figlio del re di Portogallo, fu nel 1428 ospite della Repubblica, e assistè ad un gran ballo, a cui intervennero centoventi gentildonne, tutte vestite di panno d’oro, coperte di gioie e di perle, e altre centotrenta in seta cremisina, parimente adorne di gioielli. Parveli una magna cosa, dicono i vecchi cronisti*4). L’imperatore di Costantinopoli, Giovanni Paleologo, invitato dal papa Eugenio IV al concilio di Ferrara (1438), per unire la chiesa greca con la latina, si fermava diciotto giorni a Venezia, dove entrava trionfante, dopo esser stato incontrato al Lido dal doge e dalla Signoria. Nel maggio del 1442, essendo giunti a Venezia il conte Francesco Sforza e Bianca Visconti, sua moglie, alla quale la Repubblica decretò un regalo di seicento ducati*5), il doge e la dogaressa, insieme con dugento patrizie, vestite d’oro e scintillanti di gemme, andarono incontro ai principi milanesi, che furono ospitati nel palazzo Bernardo a San Polo. Dopo due anni fu ricevuta con grande solennità anche FIRMA AUTOGRAFA DEL DOGE STENO.