346 CAPITOLO X. fa testamento il 13 ottobre 1325, e nomina commissari suo cognato Fioravante Cale-gari e un suo parente Zannino Sclavolino, pittore della contrada di San Giovanni in Bragora. Dopo aver disposto di una sua proprietà, composta di una ruga domorum de sergentibus posita in confinio Sancii Stephani de Mudano, vuole che il suo corpo sia sepolto sub porticati di quella chiesa, lascia prò male ablatis libras dena-riorum venetorum quinque e, prima ancora di nominare Marchesina sua moglie e Lucia sua nipote, lascia a Sofia servitrici mee soldos denariorum venetorum qua- % MONUMENTO SEPOLCRALE DEL DOGE TOMASO MOCENIGO (1423). (Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo). draginta grosso rum. Niccolò pittore di Santi, nel suo testamento del 4 giugno 1365, sceglie per suoi commissari la moglie Margherita e il figlio Lorenzo, pittore anch’egli di Santi. Fra altre disposizioni questa è nobilissima : « Item omnes pannos tam de « lana quam de lino ad meum vestire, vollo vendi et denarios inde habitos dispensen-« tur et distribuantur per suprascriptos comissarios meos prò missis et in missis cele-« brandis pauperibus christi subveniendis carceratis et de carceribus extraendis, et « puelis maritandis sicut et ubi videbitur suprascriptis comissariis meis prò bono anime « mee ». Breve e curioso il testamento di Marino Longo pittore di San Lio, scritto forse da lui stesso in rozzo dialetto. Ordina sia acquistato uno teren de lire seicento