184 CAPITOLO VI. vennero a contesa co’ fortunati cavalieri di San Marco, la qual contesa diede in appresso origine a una guerra, finita con la rotta dei Padovani alla Torre di Bebbe, presso Chioggia. Nè a Padova la vita era men lieta, ed è ricordata la festa del giorno di pentecoste del 1208, in Prato della Valle, ove stettero in grande sollazzo i cittadini, vestiti secondo la divisa propria d'ogni contrada, e le dame co’ cavalieri, i nobili coi popolani, i vecchi co’ giovani, uniti tutti allegramente, come se fossero stati fratelli (1), Anche Venezia, avvivata ormai da spiriti nuovi, emulava le città vicine. Rolandino, pa- LE DONNE NELLA CACCIA DEI TORI. (Dagli « Habiti » del Franco). dovano, accenna alle corti bandite tenute a Venezia <2>: romorose e splendide baldorie, in cui si avvicendavano i canti, le musiche, le danze, le feste nuziali, gli scherzi di mimi e di giullari, i festini, i banchetti. Altro spettacolo particolarmente favorito all’età di mezzo fu il torneo, spediente di educazione militare, che andò a poco a poco mutandosi in efficace stromento di (1) Rolandino, Cron. in factis et circa facta Morchie Trivixane, ed. Bonardi, Città di Castello, 1905, lib. I, cap. 10, pag. 23. (2) Che Venezia tenesse corti bandite si deduce da alcuni rimproveri fatti da Ezzelino da Romano agli ambasciatori della Repubblica, perchè essendo nel 1206 andato a Venezia per una corte bandita il padre di Ezzelino con undici militi, gli furono tese insidie dal senato, ed in ¡scambio, per la ricchezza degli abiti, restò ucciso a tradimento uno dei si:oi compagni. Rolandino, Cron. cit., lib. II, cap. 14, pag. 37.