GL! OTTIMATI, I CITTADINI E IL POPOLO 59 (ianteriores), primo nucleo dell’aristocrazia che s’era stretta intorno al doge e aveva partecipato al governo, a poco a poco cedono il posto alle nuove, ormai potenti per ricchezze e che formano già una classe a sè distinta dal popolo (I>. E i compiacenti e meno antichi cronisti, fra i quali, come abbiam veduto, primo l’Altinate, favorirono la vanità interessata dei risaliti, o inserendo negli elenchi delle famiglie nobili nomi nuovi fra gli antichi, o cercando il capostipite dei nuovi ricchi in qualche immaginario tribuno dei tempi primitivi, e perfino, nelle favolose genealogie troiane, seguendo l’esempio delle nuove aristocrazie comunali di terraferma <2>. Per confermare e ratificare pretese e diritti, i recenti ottimati guardavano con disdegno la progenie rustica delle contrade, ridotta ormai a modesti cultores vinearum, che certamente non poteva gareggiare per consuetudini di vita coi mercanti arricchiti dalla navigazione e dal commercio <3). Nello svolgimento delle due forze rivali, la fondiaria e la commerciale, si accendono contrasti economici e politici. Gli eredi degli antichi posses-sores, tenacemente stretti al loro interesse rurale, guardano alla terraferma come al loro scopo principale, e nel vicino regno italico cercano accomodamenti e talvolta aiuti W. Si contrappongono, pronti alla lotta, coloro che dal mare e dalla mercatura traggono il loro profitto, e si mettono spesso in gara cogli interessi della terraferma, facendo valere quelle forze politiche, che agevolano l’espansione marinara nell’Adriatico e nel Mediterraneo. Essi non trionfano così presto, giacché alle lotte interne s’intrecciano, come abbiamo accennato, i contrasti fra i Greci e i dominatori del continente per il dominio delle isole. Così il doge Obelerio, che nell’804 avea parteggiato pei Franchi, fu causa di quelle vicende politiche, che fecero trasferire la capitale a Rialto. Sanguinose discordie tra i Po-lani, i Giustinian e i Basegi da una parte, e i Barbolani, gl’Istoili e i Selvo dall’altra, turbarono nell’anno 840 la città, onde furono tutti cacciati. GPIstoili, i Barbolani e i Selvo ricorsero all’imperatore Lodo-vico, del quale doveano esser fautori, e l’imperatore, rappaciate le due parti contendenti, fecit dictos fugatos suis precibus Veneciarn raneare (5). Anche fra i Candiano e gli Orseolo erano discordie, che questi 'esagera nel dare soverchia importanza al reddito fondiario, specialmente quando l’incremento del profitto mercantile venne a mutare il valore dell’ elemento immobiliare rustico ; il Heynen arbitrariamente destituisce d’ogni efficacia la proprietà fondiaria, il cui valore economico fa risalire a torto al secolo XII; l’uno e l’altro elemento hanno egualmente contribuito alla creazione del capitalismo veneziano. Non parliamo poi delle concezioni restrittive del Hartmann, che trova l’origine del capitalismo nell’utile derivato dall’esportazione del sale, o del Cognetti De Martiis, che riscontra il più alto reddito nei noli per trasporti. (1) E. Besta l trucchi della Cron. Alt. ecc., passim. (2) Rajna, Le orig. delle famiglie padovane, in « Romania », avril 1875; Gorra, Testi ined. di st. troiana, Torino, 1897. (3) E. Besta, I trucchi della Cron. Alt. ecc. cit., pag. 1310. (4) Cfr. Schmeidler, Geschichte der Beziehungen zwischen Deutschland und Italien im frii-heren Mittelalter, in « Mittheil. d. Inst. für Oesterr. Geschtfs. », a. 1904, voi. XXV, pag. 1 segg. ; Venedig und das deut sche Reich von 983-1024, ivi, pag. 545 segg. (5) Justiniani, Chr. cit., c. 23 r. UN CONSIGLIERE DEL DOGE. Dal « Capitolare dei Consiglieri di Venezia », 1342. Mus. Correr, ms. Ili, 326, f. 4 r.). IL DOGE E GLI AVOGADORI DI COMUNE. (Dal « Capitolare dell’ A vogaria del Co-mun », sec. XIV, f. 1 r. - Arch. di Stato, sala diplomatica).