412 CAPITOLO XII. razione, la soavità e la sonorità dei ritmi, le nuove combinazioni strofiche delle poesie, che dal nome dell’autore si denominarono giustiniane, suscitarono grande fervore d’ammirazione intorno al patrizio poeta, che a Murano, nell’isoletta pulita e bella, trascorse una vita tranquilla, ch’egli descrive con soavi colori in una lettera al suo maestro Guarino, da lui considerato più veneziano che veronese <’>. Le canzonette del Giustinian e dei molti suoi imitatori sonavano, accompagnate dalla musica, sulla laguna e sui canali <2>. Questo popolo, che dava grande importanza alle materiali esigenze della vita, non troppo curando le raffinatezze della cultura intellettuale, amò, fin da’ suoi inizi, la musica, e volle sempre celebrare i trionfi guerreschi e le glorie nazionali con cerimonie e festeggiamenti a cui furono decoro e compimento i suoni e i canti. La musica aveva antiche e nobili tradizioni tra i Veneti. San Girolamo nel Chronicon d’Eusebio, parlando nel 379 di Aquileia, diceva che il clero cantore di quella città pareva un coro di beati: Aquileien-ses clerici quasi chorus beatorum habentur (3). La cronaca Altinate, parlando dell’ingresso in Venezia dell’esarca Longino, e accennando ad alcuni usi del tempo, dice : cura campanis ac tibiis et cytharis et organis musicorum erant prestollantes (4). Un Leonardo Veniero, abate del monastero di San Giorgio, perito nel canto e nell’arte musicale, è ricordato verso la fine del secolo XII <5>; e tra le feste ordinate per il riacquisto di Candia nel secolo XIV, vi fu una matteo dì pasti. gara dei migliori musici d’Italia, fra i quali ot- MEDAGLIA DI GUARINO VERONESE. j 1 1 T“1 T J* tenne la palma rrancesco Landino, sopranno-minato degli Organi o il Cieco, il più celebre compositore e intonatore di madrigali di quel tempo. La gara, presieduta dal doge Lorenzo Celsi, il quale aveva accanto il Petrarca e Pietro Lusignano re di Cipro, fu musicale a un tempo e poetica, corale insieme e ¡strumentale, e le composizioni furono accompagnate sopra ¡strumenti dai rispettivi autori della poesia e della musica (6). Un celebre canzoniere musicale, miniato, nella Mediceo-Laurenziana (7), contiene il ritratto del Landino, e la poesia e la musica di moltissime sue composizioni, fra le quali sono certamente anche quelle eseguite in Venezia. Ecco un esempio dei versi : (1) Questa lettera fu pubblicata da R. Sabbadini nel « Giorn. stor. d. lett. ital. », voi. X, pag. 362 segg., e più corretta-mente da F. Novati e G. Lafaye, Anthologie d'uri humaniste italien, pag. 35 segg. (2) Le canzonette del Giustinian furono ripubblicate da B. Wiese (.Poesie ed. e ined. di L. G., Bologna, 1883) e da S. Mor-purgo (Canzonette e strambotti in un codice veneto del sec. XV, Firenze, 1883); alle quali due pubblicazioni fanno poi compimento altre del Wiese stesso e del Mazzoni. Intorno al posto che occupa il Giustinian nella letteratura del suo secolo cfr. Vitt. Rossi, Il Quattrocento, pagg. 144-149, Milano, Vallardi. — Un gruppo copioso di poesie popolaresche veneziane del Giustinian e di altri, fece conoscere Vitt. Cian, illustrando Un codice ignoto di rime volgari appartenuto a B. Castiglione, Torino, 1900, estr. dal « Giorn. stor. d. lett. ital. », XXXIV-XXXV. (3) Eusebii Pamphili, Chrotiicorum, interprete Hieronimo, in Mai, Scriptorum Veterum nova collectio, t. Vili, lib. II, pag. 405, Roma, 1833. (4) « Man. Germ. Script. » cit., XIV, 48. — Nei canti ecclesiastici s’udiVano anche voci (altae voces) di evirati. Kretsch-mayr, Geschichte voti Ven. cit., I, pag. 201. (5) Così almeno si afferma nella cit. Vita Beati Petri Acotanti dello Zappert. Cfr. Cicogna, Iscr., V, 528. (6) Roberti, Due gare musicali a Venezia, in « Rivista contemporanea », Firenze, 1888, I, 61, 68. (7) Il codice Mediceo-Palatino, 87, che appartenne all’organista di duomo Antonio Squarcialupi, contiene ballate, madrigali, canzoni, caccie musicate da diversi, fra i quali Francesco Landino, cieco, detto Francesco degli Organi. Ne parla il Carducci negli Studi letterari (Livorno, Vigo, 1874) e ne aveva già parlato nelle Cantilene e Ballate (Pisa, Nistri, 1871). Il codice fu ampiamente illustrato da Joh. Wolf, Geschichte der Mensural-Notation von 1250-1460 ecc., 3 voi., Lipsia, 1904.