LA SCULTURA, LA PITTURA E LE ARTI MINORI 349 ¡1 movimento e il calore dell’arte nuova, e poco dopo chiamarono e onorarono i pittori veronesi Altichiero e Jacopo d’Avanzo, e i iiorentini Giusto de’ Menabuoi e Cennino Cennini <’>. A Padova si svolge poi l’innovazione iniziata dallo Squarcione (1397-1468) <2>, e condotta a compimento da Andrea Mantegna, il pittore umanista, nato nel 1431 a Isola di Cartura, tra Padova e Vicenza, morto a Mantova nel 1506. In Verona con l’Altichiero e Jacopo d’Avanzo l’arte giottesca aveva raggiunto nobili altezze prima che l’azione della pittura oltramontana si diifondesse quasi per tutto, recando anche tra noi un nuovo stile, che nell’Italia superiore ha i suoi massimi monumenti nelle opere del lombardo Michelino da Besozzo, del veronese Stefano da Zevio, negli affreschi della torre dell’Aquila a Trento, più affine all’arte tirolese <3>. A codesto stile appar- PARTICOLARE DEL COPERCHIO DELLA CASSA DELLA BEATA GIULIANA. (Venezia, oratorio dei padri Cavanis a Sant’Agnese). tenne, per un tratto della sua attività, anche Vettor Pisanello o, come deve essere veramente chiamato, Antonio figlio di Bartolomeo da Pisa, nato in Verona nel 1397 e morto il 1455 (4>. Se a Padova e a Verona non può essere paragonata Treviso, ha però anche questa città memorie non inutili alla storia dell’arte. L’ispirazione cavalleresca franco-germanica si mostrava particolarmente in alcuni dipinti della loggia dei Cavalieri, della fine del Dugento, che offrivano una delle più antiche rappresentazioni dell’epopea cavalleresca in Italia (5). Non meno importanti, quale testimonianza della cultura dell’alta Italia, le traccie del fregio del salone, dove si raccoglieva il parlamento della Marca, fregio d’ispirazione nordica, dipinto a chimere, a mostri, ad avventure di caccie e di tornei. Conosciamo i nomi, non le opere dei primi pittori trevigiani, quali Ga- (1) Testi, St. della pitt. veti, cit., voi. I, pag. 263. (2) Lazzarini e Moschetti, Documenti relativi alla pitt. padovana, Venezia, 1909. (3) Toesca, La pitt. e la miniai, in Lombardia, Milano, 1912, pag. 407 segg. (4) Per il Pisanello vedi le illustrazioni alle Vite del Vasari di A. Venturi, la monografia di G. F. Hill (Londra, 1895), e i documenti scoperti da Giuseppe Biadego, in « Atti del R. Ist. Ven. », t. LXVI1, 1907-08. (5) Divisi in due zone: nell’inferiore si vedono coppie amorose, figure grottesche e immagini tratte dai Bestiari, libri simbolici come i Phisiologi e i Lapidari, che formarono la delizia dell’età di mezzo; nella superiore è rappresentato lMs-sedio di Troia, uno de’ soggetti più cari all’epopea cavalleresca.