310 CAPITOLO IX. r'escrive i capoletti, ch’erano di seta, di sergia, di tela, talvolta ricamati o dipinti, e eh.;, come dice il vocabolo, ornavano il muro sopra il capezzale del Ietto : Molte cortine intorno a loro letti Che paion tutti vivi s’ tu li guati, Con capoletti sì ben lavorati, Tanto son fatti con gran maestria...» Con più figure a caccie con diletti, A dir la lor valuta par resia... <■). Presso al letto v’era l’inginocchiatoio e su di esso un altarino di legno a gugliette traforate, che racchiudeva la santa immagine su fondo d’oro dei madoneri di Rialto. MATTEO RAVERTI — SOFFITTO DEL PALAZZO CONTARINI DALLA PORTA DI FERRO (SEC. XV). Salizzada Santa Giustina. Erano tra le cose più care, e si lasciavano in testamento alle persone più dilette (2>. Le pareti delle sale e delle stanze si ricoprivano di cuoi d’oro e di stoffe seriche. I cuoi, stampati e dorati alla foggia orientale, si lavoravano a Venezia, prima che in altre città italiane, sin dall’inizio del secolo XIV ; di stoffe di seta parlano le più antiche memorie. Nel frammento di un’inchiesta del doge Ottone Orseolo (1009-1026), inserita nella cronaca del diacono Giovanni, si dice che il doge co’ suoi giudici comparve nella pubblica concione per fare inquisizione in quali mercati si portavano i Veneziani a vendere i pallii di seta<3>: ma non è detto che fossero fabbricati a Venezia e, (1) Vitt. Rossi, Jacopo d'Albizzotto Guidi ecc. cit., pag. 423. (2) Mario Michiel di Santa Maria Formosa scrive nel suo testamento del 10 aprile 1314: « A mia muer.... lassoli tute le « me’ ancone elPofficio della Madona ecc. ». Bertanza e Lazzarini, Il dial. ven. cit., pag. 55. (3) « Inquisicio facta est de palliis que portabant per loca Italie, veni ego Otto dux in publico placito cum maiores « iudices nostrae terrae, inediocres et minores, testificaverunt Badovario Bragadino et Mauricius Mauroceni et Dominicus « Florencius Flabianicus quod in nullis partibus Italiae debuissent pallia portare nec venundare, nisi a Papia et a mercato « sancti Martini (de Strada) et Olivo (Olivolo) ». Giovanni Diac., Agg. al Chr. cit., pagg. 179.