426 CAPITOLO XII. le statue, i quadri, le armi da lui raccolte, e non solamente per ostentazione di ricchezza elegante, acquistarono nome di munifico proteggitore delle arti, ed egli stesso ebbe l’ingegno nobilmente educato alle lettere, così da essere da Lauro Quirini chiamato vir doctrina atque optimarum litterarum studiis eruditus. Eccelso fra tutti Francesco Barbaro (1398-1434), che gli studi severi e la profonda erudizione ornava con le eleganze dell’arte, e dagli studi trasse ispirazione a quei consigli di prudenza che lo guidarono nelle magistrature e nelle ambascerie, e a quelle risoluzioni di meditato ardimento onde seppe difendere Brescia dalle armi del Piccinino (1) Ad altri uomini insigni Venezia ebbe il vanto di dare i natali tra il cadere del secolo XIV e il cominciare del seguente. Lorenzo Giustinian (1380-1465), primo pa- ' v^V ‘ ' /■ w. Ü. ! h % o K 7.\ nS PISANELLO — MEDAGLIA DI CECILIA GONZAGA. triarca di Venezia, dopo che nel 1451 il titolo e l’autorità del patriarcato gradense passarono ai vescovi di Castello, non parve nato soltanto ad onore e felicità della sua patria, per quella virtù e quell’ardore di carità, che lo fecero ancora vivente venerar come santo, ma allo zelo religioso seppe anche unire la dottrina. Tre altri prelati, che nobilmente coltivarono la filosofia e le lettere, furono assunti al supremo onor della tiara: Angelo Correr col nome di Gregorio XII (1406), Gabriele Condulmer col nome di Eugenio IV (1431), Pietro Barbo con quello di Paolo II (1464) <2>. Quest’ultimo, nel 1455, quando era ancora cardinale, incominciava a Roma il magnifico palazzo di San Marco o di Venezia: divenuto papa, riprendeva il disegno di Niccolò V per la riedificazione di San (1) A. M. Quirini, Diatriba praeliminaris ad Frane. Barbari et aliorum ad ipsum Epistolas, Brixiae, 1741 ; Sabbadini, Centotrenta lett. ined. di Fr. Barbaro, Salerno, 1884 ; Epist. cit., Ili, 8 seg., 146 segg., 192 segg. (2) Pubblichiamo (pag. 416) il ritratto di papa Paolo II tolto dal Cod. Vat. Urb. lat. 151. Le miniature dei codici vaticani furono illustrate dal dott. Hermanin, il quale ne L’Arte (Roma, 1900, fase. 10-12, pag. 370) attribuisce il ritratto a Sisto IV, forse considerando che il codice conteneva alcune opere di quel papa. Ma lo stesso Hermanin rettifica l’erronea interpretazione, confermando che il ritratto, attribuito a Franco de’ Rossi di Mantova, è di Paolo II. Infatti accanto all’immagine si legge la seguente dedica dello scritto di Sisto IV sul sangue di Cristo : paulo ii veneto s. titvli sci. petri ad vincula s. r. e. psbiteri cardinalis de sanguine christi feliciter incipit.