146 CAPITOLO V. di tutte le forze mercantili; ond’è che gli ordinamenti delle arti non furono mai sottratti al Governo e la loro operosità quotidiana fu sempre vigilata da speciali magistrature. Fu detto già che, oltre i comuni oneri, gli artigiani dovevano allo stato, e per esso alla curtis e al doge, prestazioni personali, le quali, pur limitando la libertà del lavoro, costituivano l’onere che gravava su chiunque esercitasse un mestiere M. L’operosità dell’artigiano, anche fuori della corporazione, era soggetta al potere del gastaldo ducale, che percepiva i diritti della curtis e vigilava l’esercizio dell’arte (2>. Con la legge annonaria di Sebastiano Ziani, nel 1173, e con l’istituzione dell’ufficio dei giustizieri, ai quali era affidata l’osservanza delle norme che regolavano la vendita del vino, del grano, del pane, delle frutta, del pollame, dell’olio, delle carni e del pesce®, si adottano nuovi criteri, e la produzione e LA PROCESSIONE DELLA CONFRATERNITA DI S. MARIA DELLA CARITÀ. Miniatura dell’antifonario della scuola. (Bibl. Marciana, It. Cl. II, n. 119). giana, che ha favorito la solidarietà fra i confratelli d’uno stesso mestiere, si mantiene associazione libera, stretta soltanto da vincoli spirituali. La polizia dell'arie, soggetta soltanto alla vigilanza immediata dei pubblici magistrati, non le appartiene. L’artigiano, come persona, giura d’osservare le disposizioni pubblicate dall’autorità dello stato per l’esercizio dell’arte. La scuola non è Parte, ma per quanto diversi sieno gli uffici dei due istituti, sono assai lievi quelle differenze, che fanno distinguere l’aggregazione artigiana dalla scuola di devozione. La prima sorge dalla seconda e si foggia sul suo tipo. Il sentimento religioso, i vincoli che la chiesa stringeva fra i vicini, il carattere d’unità che essa dava alla contrada e alla parrocchia, l’esercizio in comune di opere e di cerimonie pie fra artigiani appartenenti ad una o più industrie affini, tutto ciò preparava e ordinava il vasto movimento delle corporazioni<4>. A mezzo il secolo XIII questo svolgimento è compiuto. La scuola d’arte è diventata la corpora- (1) Queste-prestazioni col tempo furono sostituite da censi annui, che la corporazione, in rappresentanza dei fratelli, dovea pagare alla corte ducale : così nell’elenco ufficiale delle regalie ducali aggiunto alle tre promissioni di Renier Zeno (13 febbr. 1253), di Lorenzo Tiepolo i(23 luglio 1268) e di Giovanni Soranzo (13 luglio 1288), che si trovano nel cod. ex-Brera 277 dell’Archivio di Stato. Cfr. Monticolo, / capitolari cit., voi. II, pag. LX, n. 1. (2) MonticolO, / capitolari cit., voi. II, pag. CVIII. (3) Ibid., L’ufficio della Giustizia vecchia a Venezia, Venezia, 1892, pagg. 6 e 40 in « Mise, della Deput. Ven. Stor. Patr. », voi. XII. (4) N. Tamassia, Le associazioni in It. nel periodo precomunale, in « Arch. Giuridico », N. S., a. 1899, voi. II, pag. 14.