466 CAPITOLO XIII. seculari, alio silicei quam de cilicio seu stamegna (1>. La vanità sopravviveva tuttavia e riusciva a trasgredire la legge, facendo che le salme dei ricchi e dei potenti fossero rivestite di seta o di ricchi drappi, con le insegne civili e militari. Ma vari sono i voleri. Chi ordina di essere seppellito con abiti pomposi di scarlatto, come Giovanni dalle Boccole, e chi con umili vesti monacali; chi ordina esequie pompose, come Niccolò Arimondo, che vuole al suo funerale ornnes patriarze, episcopi, abbates et priores qui invenientur in episcopatu Veneciarum, e chi dispone d’esser portato sul chada-letto senza alguna pompa ne vanitade ne dopier, come Betta Rizo da San Martino, che non chiede se non uno prevede e zago uno. Chi ordina doppieri al suo funerale, chi una lampada (cexendelo) che dì e notte arda in San Marco ante sanctum Fran-ciscum musaycum, e chi candeline (maioli) da un soldo, e v’è qualcuno che s’occupa URNA DEL SEC. VI O VII ADATTATA NEL SEC. XIII A SARCOFAGO DEI DOGI GIACOMO E LORENZO TIEPOLO. (Sulla facciata della chiesa dei SS. Giovanni e Paolo). perfino delle vesti di corruccio (a corruptis) dei parenti e dei servi. 11 doge Marco Cornaro (1367) ordina che gli sia riservato un luogo conveniente « nobis et statui < nostro », e vuole che la dogaressa, alla sua ora, sia unita a lui nel sepolcro. Marco Cappello (1356) desidera esser sepolto nell’arca dove dormono i suoi figli, e un altro Cappello, Niccolò (1449), vuole invece esser solo nel sonno eterno, e ordina che l’arca sia fatta inarpesar appena vi sia sepolto il suo cadavere <2>. I morti s’inumavano nel sagrato intorno alle chiese, o nelTatrio e nel nartece. Dopo il secolo XII furono concesse le tombe entro le chiese. Nascita, matrimonio e morte, i tre grandi fatti della vita umana, son fonte inesauribile d’ispirazione artistica. Ma ne’ primi tempi, se le norme della legge ci fanno (1) Arch. di Stato, Senato, Misti, reg. 16, c. 70, 20 giugno 1334. « .... quod tam prò bono animarum quam prò evitandis ' expensis inordinatis et inutilibus aliqua persona deinceps sive masculus sive femina, non portetur ad sepolturam nec sepe-« liatur vestita in habitu siiicet seculari, alio silicet quam de cilicio, seu stamegna, vel alio habitu minoris valoris, sub pena « librarum L. parvorum prò qualibet persona portata vel sepulta contra premissa ; quam penain solvere teneantur heredes vel « commissarii persone huiusmodi, seu alii vel alie, ad quos eius hereditas vel bona plus spectarent, exceptatis tamen ab hac « strictura et ordinatone doctoribus, iuristis, militibus et medicis .... Quod omnes masculi et temine n::nc et de cetero habi-.< tatores et habitatrices Veneciarum teneantur ad omnes stricturas et ordines supradictos sicut alii et alie cives .... Quod pa-« latiuine ducal ab omnibus predictis stricturis et ordinibus ac consultis per sapientes, protinus sit exemptum.... ». (2) Cecchktti, Funerali e sepolture dei ven. antichi, in « Archivio Veneto », a. 1887, voi. XXXIV, pagg. 265-284. .....iW ivi-- ■•ivim> 'WTtiiiKvs. crr»- -."IH* IO \NTT»Vi.t un e.r. * ! i : i tó'p-tvri m/wv \rw n(M> ( «i»s : « .Watt*, ninfr hov w*ìi«;ik> dfiiHmr i'mwmti1. iihnrw ci'iiw* miqu ll'AY ISfnUVS - VTfl.mil'FIMT- MOOitKWtW'jURgS 1 0MS 4 T ItìfijmTKM De’UWfMt < ItttrfhtW# < IK08QM- J ifclSrWtTln ,ir UkfilT • WtTÌI* • l»UCT ÌraTCi«B«HSii * iS-ttlOlWM l’f I.JW.0 • J UMttr- «km-ris-phi; tT-nnlilVIT-nifilllO'.- IN^Vl.vTIWW-trflIWTffi- - f liOSONIt'I'WlVLOl, » HiNt. S\mfirtH'MWVàW'* | aserr:-a....«...................■„. ~ £•• -;'ii-fr-tfxi-Tti’n-i.m^PWtty^umiiit■ ftv-::i_