178 CAPITOLO VI. nell’acqua(l). Risale pure al secolo decimoterzo l’origine di quegli esercizi di equilibrio e di agilità, chiamati forze d'Èrcole, alte piramidi d’uomini, variamente atteggiati, che s’alzavano sopra un tavolato, sostenuto da alcune botti, se il giuoco veniva fatto in terra, o da due barche piatte (peate), se in acqua. Molte volte, dopo le forze tra Castellani e Nicolotti, si eseguiva la moresca, combattimento a corpo a corpo, fatto con certe daghe spuntate e senza taglio, tirando e parando colpi a passo regolare ed in giro. Per rappresentarci dinanzi agli occhi codesti antichi spettacoli dobbiamo ricorrere a dipinti e incisioni, come quelle di Giacomo Franco e d’altri, di tempi assai PONTF. DI SAN BARNABA, CON LA GUERRA DEI PUGNI. Incisione del secolo XVIII. più recenti, ma che sono testimonianze sufficienti per dedurre quali esser dovevano questi giuochi e queste scene in età più lontane. Anche la regata, divenuta poi magnifico e pomposo spettacolo, ebbe origine da una mostra di perizia e di forza. Infatti, per il tragitto dei balestrieri, che dalla città si recavano ai bersagli del Lido, il Governo faceva tener pronte all7approdo della piazzetta di San Marco alcune barche da trenta fino a quaranta remi, dette ganzaruoll. (1) « Plures cadunt in aquam, quod letale, quia madentes sudore ». De Ville, Pyctomachia Veneta, in Gr/evi Thes. Antiq., Lugduni, t. V. p. IV, 1722. La guerra dei pugni durò fino al secolo XVIII, in cui fu vietata. Vedi fra molte descrizioni : La guerra dei Nicolotti e Castellani dell'anno 1521, Venezia, 1603 (in Gamba, Poeti antichi in dialetto ven., t. I). Descrittione piacevole della guerra di pugni ecc., di Basnatio Sorsi, Venetia, 1663 (in Gamba, Serie degli scrìtti impressi in di al. ven., Venezia, 1S32, pag. 120). V’è poi una descrizione in latino maccheronico, intitolata: Pugna pugno-rum sive Venetiarum pugilatus auctore Antonio Reggia, pubbl. per nozze Treves-Todros, Venezia, 1844. Il Reggia era u:i avvocato padovano del secolo XIII. Nel 1676, l’incisore Domenico Rossetti eseguì, sopra il disegno di Pietro Liberi, una grande stampa rappresentante la lotta dei pugni.