VENEZIA E LE SUE LAGUNE 41 « nel qual luocho è sepolto cinque doxi de Venezia, et molti Proculatori et dignis-« simi zentilhomini de Venezia » (l). La lotta per mantenere vive le acque intorno a Venezia cominciò verso la metà del secolo XII, quando per impedire che le colmate della Brenta nell’agro padovano si scaricassero nella Laguna, la Repubblica alzò verso terraferma delle arginature che i Padovani tagliarono e distrussero. Da ciò odi e conflitti sanguinosi fino a che Venezia, allargando il suo dominio in terraferma, potè governare a suo talento anche il corso dei fiumi che deponevano le loro torbide nelle lagune <2>. Il Governo pose cure, ingegni e denari per conservare incolume la sua laguna, da l’odii:rna torcello. cui dipendeva la salubrità della regione, la esistenza dei porti e la sicurezza della patria libertà, poiché, come più tardi dirà un decreto del secolo XVI, le acque intorno a Venezia si consideravano come le sante mura della patria, sanctos muros patriae. Al magistrato del piovego, esercitato in origine da una sola persona, e poi nel 1282 dai tre judices pubblicorum, era affidata la tutela demaniale della laguna; ai provveditori del Comune spettava la vigilanza sui lavori della laguna stessa. Quando insorgevano difficili questioni in materia d’idraulica lagunare, la Signoria eleggeva temporanee commissioni speciali, che presero il nome di savi alle acque. Non si (1) M. Corsaro, Scritture sulla Laguna, a cura di Qiuseppe Pavanello, in « Antichi scritti d’idraulica Ven. », pubblicati dal R. Magistrato alle acque, Venezia, 1919, voi. I, pag. 153. Il Cornare morì l’anno 1465 nel Peloponneso, durante la guerra coi Turchi. (2) La laguna era danneggiata dalle acque e dalle torbide della Brenta, della Piave, del Sile, del Musone, del Marze-nego, del Dese, del Zero. Uno dopo l’altro, nel corso dei secoli, furono banditi dalla laguna la Brenta, il Musonc, la Piave