54 CAPITOLO I. stavano accattando sui ponti e alle porte delle chiese. Alla sicurezza pubblica si provvide con maggior vigilanza dopo le congiure ordite nel secolo XIV contro lo stato. Furono eletti i capi sestiere, ch’erano sei boni et probi patrizi, scelti uno per sestiere, e dovevano insieme coi signori di notte vegliare alla tutela dell’ordine pubblico. I fanti (pueri) degli ufficiali di Rialto dovettero far la guardia di notte; e la piazza di San Marco e il palazzo ducale ebbero pure notturna vigilanza da uomini raccolti dai capisestieri, e armati di corazza e pancera di ferro. Con tutti questi ordinamenti, mirabili per quei tempi, la città andava crescendo di abitanti. I decreti del maggior consiglio (17 agosto 1326) riconoscevano che la terra crevit et multiplicatur continue Deo gratias(1>. Secondo la testimonianza del Chronicon Justiniani, composto nel 1358 circa <2>, nella popolazione di Venezia del 1338 si noveravano 30,000 uomini dai 20 ai 60 anni, atti alle armi. Computi diversi furono fatti su questo dato, assai autorevole, per calcolare il numero complessivo della popolazione : secondo alcuni in quell’anno il numero degli abitanti ascendeva in Venezia a 100,000 (3), secondo altri a 133,000 <4). Non sembra però che nel corso di quel secolo e nel successivo tale cifra aumentasse di molto, almeno secondo l’interpretazione migliore dei dati del 1422, se si tien conto che le pesti del 1348, del 1382, del 1397, del 1400, del 1413 dovettero diminuire notevolmente la popolazione. 11 nuovo aspetto che andava prendendo la città verso la fine dell’età di mezzo, non è efficacemente rappresentato da disegni e da pitture. La rozza pianta del secolo XV, che pubblichiamo, è una figurazione molto primitiva, custodita nell’Archivio di stato, disegnata e colorita su pergamena. Una rappresentazione ideale di Venezia troviamo in un manoscritto del principio del Quattrocento, nella biblioteca Bodlejana di Oxford <5>, ma 1' aspetto della città medievale, che incomincia ad accogliere l’arte del Rinascimento, meglio ci si mostra nel panorama della Cronaca Norimbergense (6>, e nella incisione di Erardo Reuwich, inserita nel Viaggio in Terrasanta del Brey-denbach, il quale aggiunge parole di lode alla forza dell’armata, alla prosperità dei commerci e delle arti di questa città antiquissima, clarissitna et fiorentissima (7>. Non meno importante è una pianta iconografica della città colla sua corona di isole, che si trova in un codice vaticano della Cosmografia di Tolomeo della seconda metà del Quattrocento (8). Più efficaci delle rappresentazioni grafiche, sono alcune descrizioni letterarie. Jacopo d'Albizzotto Guidi, fiorentino, nel 1427, descrive Venezia in un poema di attraente ingenuità. Il poeta mercante non dimentica nulla : le origini, le glorie guerresche e civili, il governo, le leggi, i magistrati, le isole, le confraternite delle arti, le chiese, i palazzi, l’arsenale (9). Quando Jacopo si trova dinanzi alla basilica e al palazzo ducale, egli vuol ’manifestare in miseri versi il suo entusiasmo. Qui s’alzano le procurale e poco lungi le panetterie, i mercati delle carni, del pesce, delle frutta, (1) Cecchetti, La vita dei Veri, nel 1300 cit., pag. 27 e segg. (2) Bibi. Marc., Lat. X, 36 r. (3) Beloch, Bevölkerungsgeschichte der Republik Venedig, in Jahrbücher f. Nationalökonomie u. Statistik », a. 1899, S. III, vol. XVIII ; Lu popolazione di Venezia nei sec. XVI e XVII, in N. Arch. Veneto », N. S., a. 1902, vol. Ili, pag. 47 e seg. (4) Contento, Il censimento della popolazione sotto la republ. veneta, in - N. Arch. Veneto », a. 1900, t. XIX, pag. 17 segg. 5) Livres du gratini Caurn qui parie de la graunt Armenie, de Persie et des Tartares ecc., Bibl. Bodlejana di Oxford, ms. n. 264. La rappresentazione di Venezia è a c. 218. (6) l.iber cronicarum... ab micio'.mundi usque nunc temporis....... collect um] ...auxilio Hartmanni Schedel ... adhi- bitis vms mathematicis pingcndiqe arte pentissi,nis M. Volgemut et W. Pridenviurf. :..Anthonius Koberger Nurem-berge impressit... anno 1493, in fol. (7) Brf.ydenbach, Sanctarum Peregrin. in Montem Svon ecc., Maguntia, I486. (8) Cod. Vaticano lat. 5699, c. 126 r. (9) V. Rossi, Jacopo d'Albizzotto Guidi e il suo inedito poema su Venezia, in « N. Arch. Ven. », a. 1893, t V pag. 397 segg. ’