320 CAPITOLO X. segreto dei vetri colorati. Il segreto ollicinale lu carpito da un famulo di casa Beroviero, di nome Giorgio, che si crede nativo di Spalato, il quale per certo diletto nei piedi, che lo iaceva camminar di traverso, era chiamato bailarín, nome che restò ai suoi discendenti (1>. Giorgio Bailarín aperse in Murano una lornace, acquistò fama e ricchezze, e lasciò parecchi figli, che continuarono l’arte con fortuna (2>. Antica è la rinomanza di Venezia per l’oreficeria e la gioielleria, tenute in così alto pregio anche dagli stranieri, che nell’inventario della cappella di Saint-Denis in Francia si descrive la croce, fatta eseguire dall’abate Sugero (morto nel 1152), ornata di « trente-huit grands saphirs < assis sur grands lermeilletz d’or PACE SMALTATA (SEC. Xll). Lavoro a imitazione degli smalti di Limoges e renani. (Museo Correr). < à jour à quatre demi-compas de façon de Venise > <3). I Veneziani traevano dall’Oriente le pietre preziose e gli oggetti d’oro, per farne traffico nei paesi d’Europa"; portavano le minuterie di adornamento, le invenzioni più rare e raffinate, specialmente nelle città dell’ovest della Francia, come Limoges ; nè sembra improbabile che alcuni modelli di smalti bizantini, recati in Francia dai Veneziani, abbiano favorito quelPindustria, per cui Limoges andò sempre famosa <4). Di smalti si fregiava la oreficeria religiosa, miniatura metallica, che forniva ornamenti agli altari e ai reliquiari, e di cui esiste la più mirabile opera dell’età di mezzo, la pala d’oro di San Marco, ordinata nel 976 a Costantinopoli dal doge Pietro Orseolo I, e resa più ampia, con maggior dovizia di gemme e novità di forma, prima da un orafo greco nel 1105, poi arricchita di ori e smalti tratti dal bottino di Costantinopoli, finalmente accresciuta (1) Cicogna, Iscr., VI, 467. (2) C. A. Levi, L’arte del vetro in Murano e i Beroviero, Venezia, 1895. (3) Pasini, Sul frontale deWaitar maggiore in San Marco di Veti., Venezia, 1881, pag. 28. (4) De Verneilh, L'arch. bysantine en France cit., pag. 132. RELIQUIARIO D’ARGENTO A SBALZO DELLE BRACCIA DEI SANTI SERGIO E BACCO (SEC. XIV). (Chioggia, duomo).