58 CAPITOLO II. venuti coi clienti, dai quali uscì il popolo propriamente detto. Tra queste vecchie stirpi di cavalieri e di decurioni, che avevano fornito alle città della Venezia continentale le magistrature municipali, erano probabilmente scelti i tribuni. Questa magistratura, che sembra fosse annuale, si esercitò, con impronta essenzialmente locale, accanto ai rappresentanti del governo bizantino, i duces e i magistri militum. Fu creduto che i tribuni fossero tratti esclusivamente e con diritto ereditario dalle famiglie antiche e nobili (anteriores), che molto tempo dopo furono chiamate tribunizie-, ma i privilegi aristocratici non trassero origine legale se non dalle più tarde leggi restrittive del maggior consiglio, nè sarebbe stato necessario compiere quella rivoluzione politica, se fosse già esistita prima una casta col .... diritto di avere in sue mani la somma delle cose pubbliche. È però da ritenere che se i tribuni non si traevano con diritto ereditario da un numero ristretto di famiglie, il titolo di tribuno fosse assegnato a vita a chi l’avesse ottenuto, anche quando cessava l’esercizio dell’ufficio, e che col tempo si trasmettesse come dignità ereditaria alle famiglie (1). Da ciò la favola delle sedici famiglie tribunizie, suddivise in apostoliche ed evangeliste (2). Hanno avuto sempre efficacia sull’animo della plebe le ricchezze congiunte ai nomi antichi ; e questo primato civile potevano ben vantare i Veneti, tra i quali, fin dal secolo decimo, è frequente l’appellativo di nobilis. Oltre che dal nome, molti immigrati traevano la loro potenza dalle larghe proprietà in terraferma, come appare dai rari documenti dei primi tempi, i quali ricordano ¡^possedimenti trevigiani e padovani degli abitatori delle isole. La proprietà fondiaria è la prima e più sicura via che conduce al potere e al dominio, ma non è la sola. Accanto a quella specie di vecchia aristocrazia, venuta dai possessores della terraferma, un’altra ne sorgeva originata da altre cause. Alcuni gruppi di famiglie, dov’era più numerosa la prole e quindi più intensa l’operosità, specialmente nel commercio che creava nuove ricchezze e nuove classi dominanti, tendevano a sostituirsi ai rappresentanti dell’aristocrazia fondiaria, accumolando nelle loro mani, insieme coi profitti dei traffici, i possessi campestri (3). Le vecchie famiglie II. DOGE VITALE FALIER. Dal mosaico (sec. XIII) della Basilica di rimpetto all’altare del Santissimo, rappresentante « Lo scoprimento del corpo di San Marco ». 1) Roberti, Mag. giud. cit., voi. I, pag. 33. (2) La tradizione favolosa vuole che le famiglie tribunizie sieno le seguenti : Contarini, Tiepolo, Morosini, Michiel, Badoer, Sanudo, Gradenigo, Memmo, Valier, Dandolo, Polani, Barozzi, Giustinian, Cornaro, Bragadin, Bembo. Le prime dodici sono chiamate apostoliche, le ultime quattro evangeliste. Tentori, Saggio sulla storia, civile, polii., ecclesiast. della Rep. di Veri., Venezia, 1785, voi. II, pag. 315. (3) Il Sombart (Der moderne Kapitalismus, Leipzig, 1902), distinguendo tre periodi nella formazione del capitalismo medievale, sostiene che la prima base della ricchezza e della forza politica di Venezia si deve ricercare nella rendita fondiaria nel primo periodo, cui si accoppia l’economia coloniale, nel secondo, con assenza sempre di caratteristiche di accumulazione capitalista. A suo avviso, soltanto colla conquista di Costantinopoli si svolge lo spirito personale capitalista con la formazione del grande capitale. Contro questa teoria insorse il Heynen (Zur Entstehung des Kapitalismus in Venedig, Stuttgart u. Berlin, 1905), negando che la fonte prima della ricchezza veneziana fosse la rendita fondiaria, e ammettendo come caposaldo e causa originale delle antiche accumulazioni di sostanze il commercio, che egli documenta colla storia della casa mercantile Mairano. Ma anch’ egli, non meno del Sombart, dà giudizi troppo unilaterali ;