436 CAPITOLO XIII. riche, la patria potestà, rispetto ai maschi, dura fino al momento in cui essi non hanno più bisogno della protezione paterna; ma è perenne per la donna, sempre debole. Tale è il potere paterno (mundio-mano), che cessa soltanto col rito della consegna delle armi al giovine guerriero, il quale dimostra, con questo atto di vigore fisico, la sua maggiore età (1). Più tardi le leggi germaniche fissano un termine per questa, che fisicamente, se non legalmente, poteva coincidere con la pubertà (2). Nel diritto medievale, la norma romana, a cagione di questa usanza, perde molto della sua primitiva inflessibilità <3>; ed anche nelle regioni dove la continuità del dominio bizantino mantenne più pura la tradizione latina, l’autorità paterna sulla persona e sugli averi del figlio andò a mano a mano mitigandosi <4>. A Venezia, centro romano- bizantino, tutto circondato da territori dove il diritto langobardo-franco ebbe larga diffusione e salde radici, la tradizione romana dovette di necessità adattarsi a quelle attenuazioni che la nuova vita imperiosamente richiedeva. Gli statuti stabiliscono la maggiore età a quattordici anni; ma va notato come con essa non cessi tutto l’esercizio della patria potestà che il padre ha sul figlio, nè si estingua la filialis subiectio, finché non intervenga latto formale di emancipazione (5>. Pure non si potrebbe dire che questa maggiore autonomia dei figlio di famiglia sia da attribuirsi al diritto germanico, quando si consideri che anche nelle altre terre bizantine, immuni dall’influsso langobardo, l’autorità paterna sulla persona e sugli averi del figlio va, fino al secolo IX, a mano a mano perdendo del suo rigore (6>, per la costante azione di quelle cause (1) Schupfer, Il dir. priv. dei pop. germanici con speciale riguardo all'It., Città di Castello, 1907, I, 345 segg. (2) Ibid., pag. 358 segg. (3) N. Tamassia, La famiglia italiana eit., pag. 249 segg. (4) E. Besta, Il diritto e le leggi civili eit., pag. 87. (5) Ibid., pagg. 87 e 90. (6) Ibid., pag. 87. IL CAPITELLO DELL’AMORE. Portico a terreno del palazzo ducale.