248 CAPITOLO Vili. sciamente e spontaneamente a traverso la pratica quotidiana riuscirono a dare forma precisa ad una teoria economica, ne riassunsero i concetti fonda-mentali in due termini più propri e più rispondenti alla realtà della vita: la strictura e la largitasi. Certamente si stabilirono severe sanzioni protettive deirindustria locale, a vantaggio specialmente di quei prodotti che per la loro perfezione tecnica e per il mite prezzo potevano conquistare i mercati stranieri. Ma sull’interesse industriale prevaleva sempre l’interesse commerciale, e le restrizioni coincidevano con gl’intenti commerciali e finanziari di coloro che miravano ad imporre la loro egemonia sul mercato di scambio. Non si può, adunque, parlare di vero protezionismo, ma piuttosto di tendenza politica verso un’economia dominata da una ristretta aristocrazia commerciale-finanziaria, contro il cui predominio lottava la grossa falange del medio commercio, per la sua indipendenza e per la libertà della propria esistenza. DENARO VENEZIANO ANONIMO CON LA SCRITTA : « XPE SALVA VENECIAS ». (855-880 ?). DENARO ANONIMO CON « CRISTUS IMPERAT ». (970-1024 ?). DFNARO DI CORRADO I IMPERATORE E RE D’iTALIA (1024-1039). Il contrastojè vivissimo, e chiaramente si manifesta nel secolo] XIV,Idurante il quale fortemente si consolida la ricchezza veneziana ; il suo rapido e fortunato ascendimento sprona i più audaci, nella ricerca dei grossi affari e nella ingordigia del guadagno, alla sopraffazione dei più timidi, facendone strumento le maggiori case bancarie del tempo. Essi approfittano del timore di subitanee rovine) per muovere alla conquista del mercato, escludendo i concorrenti minori con una politica restrittiva, che trova la sua apparente giustificazione nella necessità di cercare un assestamento al disequilibrio commerciale col frenare la cupidigia dei procaccianti insaziabili(2>. Ma la limitazione del traffico, che vuol risolvere la grave difficoltà del sopraccarico del mercato, serve soltanto ad impedire la libertà del medio commercio a vantaggio dei grossi trafficatori, senza utili tangibili dell'economia generale; poiché non è impedito l’affare audace, aiutato dall’arrischiato credito delle banche. Il rimedio svela nella sua attuazione l’occulta insidia, cioè la tirannia egoistica (1) Nel 1375, attraverso le lunghe discussioni del senato del dicembre di quell’anno, si arrivò anche a dare la forma teorica ai due principii. 1 patrizi Mudazzo e Bollani allora proposero l’abolizione delle restrizioni vigenti osservando che forili lido et status civitatis est mercadantia ad quarti augendam vigilandum est summopere et vita mereationis sit habere largitateli et non stricturam et quod habeat introytum ed exitum, quibus deficientibus vel altero eorum, deficit ipsa mercatio. E lo Storiato, più esplicito, affermò che la fortuna di Venezia dipendeva ex exercitio mercationum et si est terra rei civitas in orbe que requirit largitatem et exitum est nostra — quia si species et alia mercimonio dabent continue in magna copia conduci Vcnecias et non debeant habere exitus, non est aliud dicere nisi quod mercatores remaneant deserti et consumpti, quia mercationes requirunt exitum, ut homines se intelligant et sint avisati in facto mercancie. R. Cessi, La regolazione delle entrate e delle spese, in » Documenti finanziari della Rep. di Venezia », Serie I, voi. I, p. I, p. CCLV1I. (2) R. Cessi, /-' « officium de navigantibus > e i sistemi della /colitica commerciale ven. nel sec. XIV, in « N. Arch. Ven. >, N. S., a. 1916, voi. XXXII, pag. 112 segg.; Il problema bancario a Venezia nel sec. XIV, in « Atti R. Accad. d. Scienze », Torino, a. 1916-17, voi. LII, pag. 781 segg. DENARO DI ENRICO II IMPERATORE E RE D’iTALIA (1039-1054).