LE CONSORTERIE DELLE ARTI ECC. 163 doppieri, dal manico dei quali pendevano tre nastri con l'insegna della scuola, procedevano dietro al loro pennello o stendardo con una compunzione e una dignità da offrire veramente uno spettacolo degno dei grandi pittori veneziani. Non dissimili i loro ordinamenti ed i loro costumi da quelli delle altre scuole, che nel complesso conosciamo, ma aggiungeremo, per i confratelli di Sant’Orsola, il ricordo della cura che essi avevano di preparare, per la festa della santa, immagini miniate su pergamene, che si davano da baciare, come le paci, secondo un’usanza antica in Venezia, derivata dal culto greco : immagini che più tardi saranno più facilmente fornite dalla xilografia. Alcune di queste immagini si ponevano sopra i ceppi, ove si raccoglievano le offerte, l’antica scuola della misericordia. altre, più piccole, si conservavano, dopo il bacio rituale, nei libri di preghiera. Oltre alle immagini, nel giorno di festa della santa, veniva pure distribuito il pane ed il cero; ogni prima domenica del mese, invece, i confratelli dovevano levar lo so tolela, ossia ritirare la targhetta, che serviva come prova del pagamento del canone e come tessera per partecipare alle adunanze ed alle votazioni. Con gli stessi intendimenti, ma con caratteri nazionali, nacquero anche le scuole degli stranieri dimoranti a Venezia, quelle degli Schiavoni, degli Albanesi, ecc., sotto la protezione del santo patrio. Le memorie della scuola degli Albanesi dànno un buon esempio di codeste scuole di nazione, ed insieme dell’accorgimento del Governo veneziano. Chi avesse difeso l’onore del vessillo di San Marco non era ripagato d’ingratitudine. Così ragiona la Signoria in un atto pubblico: « Era iusta e « conveniente cossa dar tal expedition a questi Scutarini venuti qui, che al conspecto