LA CULTURA E LA SCUOLA 405 nica, e circa alla metà del Dugento il patrizio Bartolomeo Zorzi, savis hom de seri naturai, seppe ben trobar e cantar in provenzale. Prigioniero di guerra dei Genovesi, avendo udito ingiuriar la sua patria dal poeta ligure Boniiacio Calvi, il veneziano rispose con un sirventese, che incomincia : Mout fort me sui d’un chan meravilhatz. La tenzone poetica generò fra i due trovadori una calda amicizia. Lo Zorzi, del quale si hanno altre poesie, fra le quali un Compianto per il supplizio di Corradino e del duca d’Austria, dopo sette anni di prigionia, fu liberato, e di ritorno a Venezia, mandato castellano a Corone, dove chiuse i suoi giorni <'>. Trascritto in francese da Rusticiano da Pisa, che gli fu compagno di carcere a Genova, è il racconto dei viaggi che Marco Polo gli fece, forse nel proprio dialetto ; e pur nella lingua, la plus CRISTINA DE P1SAN — MINIATURA FRANCESE DEL SEC. XV. (Dall’opera Jeanne d? Are di H. A. Wallon). delitable à lire et à oir que nule autre, descrisse le forti geste dei veneti Martino da Canal, vissuto nella seconda metà del secolo XIII. Uno dei primi saluti, uno dei più fervidi auguri, invocati dal cielo sulla città delle lagune, suona così nei versi francesi del Da Canal : Aides les Veneciens, et faites orison A notre sire Dieu, en cui nos bien creon, Et a sa douce Mere, que Dieu nos fait pardon, Et manteigne Venise sans nule discorde ; Pes, bone volonte, sans tirer male corde, Soit en Venice.... Forse narrandone la storia si rivolgeva al popolo, cui quella storia apparteneva, poiché tratto tratto esclama come avesse dinanzi degli uditori : — Or voli que vos saches — Saches Seignors — Que vos diroie ie ? Veneziana di paternità e di nome è anche una delicata poetessa di Francia, Cristina de Pisan (1363 c.), figlia del medico e astrologo Tomaso Pisani, chiamato alla corte del re Carlo V di Francia. Rimasta vedova a venticinque anni di Stefano du Castel, ne pianse la morte in versi (1) E. Levy, Der Troub. B. Zorzi, Halle, 18S3.