Ma il nemico non si mosse ! E la distruzione delle' opere fortificate fatta di pieno giorno, senza che il nemico desse segno di vita, dimostrò che il nostro dominio del mare era incontrastato. Nei giorni in cui il nostro esercito, dopo grandi sforzi, valicato il Piave, iniziò quella meravigliosa marcia che doveva condurre le nostre avanguardie sulle Alpi Carniche e sulle Alpi Giulie e Dinariche, la marina non restò inattiva ; anzi partecipò in forma assai energica, così all’ avanzata terrestre, come al-l’indebolimento della marina avversaria. Il Reggimento Marina, su tre battaglioni, varcò anch’ esse il Piave, preceduto da un manipolo di arditi, che sotto il violentissimo fuoco nemico a gas asfissianti costituirono i primi elementi di una testa di ponte. Dopo aspri combattimenti, nei quali i marinai catturarono cannoni e mitragliatrici e fecero quasi 600 prigionieri, essi avanzarono tra Piave e Tagliamento (30-31 Ottobre), e con un movimento aggirante minacciarono 1’ estrema ala sinistra austriaca. Alla loro volta essi furono contrattaccati da una grossa unità austriaca a Marano lagunare: ma un reparto dei bravi marinai del battaglione Caorle (tenente di vascello Insom) resistette una notte intiera agli attacchi, e diede così tempo ad una divisione di fanteria di accorrere a catturare l’intiero reparto nemico. Non meno notevole fu il risultato ottenuto sul mare. Il Comando Supremo della Marina non aveva rinunziato al forzamento di Pola : anzi volgeva con- 139 -