notte del 27 ottobre, allorché i ponti vennero ristabiliti sotto una tempesta di fuoco e di gas venefici dai nostri eroici pontieri, potè finalmente gran parte dell' esercito d’operazione porre saldo piede sulla sinistra del fiume. Le masse nemiche, dopo furibondi attacchi, cominciarono allora a ripiegare ; la linea di prima resistenza fu infranta ; e le divisioni nostre, lanciandosi attraverso la breccia aperta, irruppero sulle seconde e terze linee di difesa tutto travolgendo con foga sul loro passaggio. Il centro della battaglia fu sulle alture che coronano Vittorio Veneto e Valdobbiadene. Dopo questa prima fase iniziale, che (è bene ripeterlo) costò molto sangue e fu condotta a compimento solo grazie agli sforzi generosi di tutti i corpi, la vittoria sorrise alle nostri armi. 11 nemico, che non s' aspettava certo la sconfitta e ad un certo momento pareva quasi sicuro di ricacciarci in disordine sulla destra del Piave, cominciò a perdersi d’ animo. Le discordie interne, che fino a quel giorno non avevano avuto eco sul fronte italiano, fecero sentire il loro effetto anche fra i soldati : battaglioni intieri, mandati a colmare i vuoti, rifiutarono l’obbedienza ai loro ufficiali ; Ungheresi, Croati, Tedeschi dell’Austria si azzuffarono tra loro : e ciò facilitò la nostra avanzata. Ma neppure allora mancò la resistenza nemica, che si manifestò in alcuni punti efficacissima ; perchè intieri corpi d’armata conservarono intatta la loro ammirabile disciplina ed opposero ostacoli su ostacoli all’ avanzata. - 91 -