tinuamente 1’ attenzione a questo obiettivo ed incoraggiava e spronava l’opera di coloro, che, prendendo a studiare nuovi strumenti e metodi, si promettevano di condurre a buon fine l’opera che Mario Pellegrini aveva tentata con molta audacia. Venne così proposto un nuovo tipo di arma, pensato, studiato ed eseguito dal comandante Costanzo Ciano e dal maggiore del genio navale Rossetti ; questi si offerse di sperimentarla personalmente a Pola, scegliendosi a compagno il cap. medico Paolucci, il quale pure da mesi si esercitava a rimanere per lunghe ore in acqua allo scopo di penetrare a scopo offensivo nel porto nemico. Dopo un lungo allenamento, nella notte del 31 ottobre, quando già 1* esercito nostro stava per raggiungere la completa vittoria, i due coraggiosi, scortati fino al canale di Fasana da alcune siluranti dirette dal comandante Ciano, si accinsero all’ impresa ardua, pericolosa quant’alìra mai. Giunti col loro apparecchio presso la prima ostruzione, esploratene a nuoto le aperture lasciate per il transito delle navi, fanno passare il loro strumento attraverso il complicato sbarramento, penetrano nell’ avamporto, superano altre ostruzioni, sono finalmente (parte a nuoto, parte sull’ apparecchio) nell’ interno del porto di Pola. Le numerose difficoltà incontrate avevano fatto loro impiegare un tempo maggiore del previsto ; per modo che, sia per l’avvicinarsi dell’ alba, sia per la limitata autonomia del-1’ apparecchio, gli animosi constatarono che il persistere - 140 -