a prezzo di tanto sangue e di tanto valore, e di quelle tenacemente difese in circa trenta mesi di guerra. E la ritirata si compiè, grazie all’abnegazione ed al sacrifizio di riparti della 111 Armata, i quali strenuamente contrastando a palmo a palmo il terreno al nemico, gettandosi con rabbia feroce contro le artiglierie e le mitragliatrici nemiche, diedero tempo agli altri reparti di ripiegare, salvando quanto più era possibile delle artiglierie e dei magazzini e distruggendo dietro a sè i ponti. In questa eroica, meravigliosa resistenza delle truppe di copertura, destinate ad inevitabile perdita per salvare il grosso dell’ esercito, si segnalarono specialmente alcuni reparti di bersaglieri e di alpini, alcune brigate di cavalleria (fra essi 1 reggimenti Genova e Novara, che si immolarono scrivendo una pagina di imperituro eroismo), e gli aviatori che, come ben disse in uno dei suoi ultimi bollettini il generale Cadorna, meritarono "tutta l’ammirazione e la gratitudine della Patria". Così pure durante il ripiegamento fu preziosa come vedremo meglio più avanti, 1’ opera della marina, che contribuì efficacemente a proteggere la ritirata delle truppe e del materiale da guerra lungo tutta la zona lagunare da Grado fino alle foci del Tagliamento. Era forse prima intenzione del Comando Supremo di difendere la linea del Tagliamento; ma le condizioni, in cui parecchi reparti avevano varcato il fiume, la mancanza di artiglieria, in gran parte distrutta 72