netto, guidati da ufficiali impavidi, nelle esplorazioni di là dal Piave, negli attacchi fulminei, nelle lunghe notti d’agguato, in terreni malsani, senza ripari, in trincee improvvisate sopportarono fatiche gravissime, e con atti di segnalato valore aggiunsero nuove glorie al Corpo a cui appartenevano. Con orgoglio ricorderà perennemente la Marina italiana la nobile figura del tenente di vascello Andrea Bafile, austero ed ardente amatore della patria, valoroso fino alla temerità, come aviatore, come comandante di torpediniera e in ultimo come capo del battaglione Monfalcone. Guidava egli stesso i suoi arditi all’assalto e alle esplorazioni : s’era fatto giurare dal suo attendente, abruzzese come lui, che l’avrebbe ucciso, se l’avesse visto in pericolo di cader prigioniero. Una notte con quattro arditi varcò il Piave per esplorare personalmente le difese nemiche allo scopo di meglio garantire i suoi marinai nelle imminenti azioni ; posto il piede sulla sponda sinistra del Piave, baciò la terra, per lui sacra, ne raccolse un pugno, come preziosa reliquia : compiuta l’esplorazione, s accorse che uno dei quattro suoi compagni mancava : non volle lasciarlo in mezzo ai nemici, non volle esporre i suoi altri arditi a nuovi pericoli. Tutto solo se ne tornò indietro, nè ebbe posa finché non ebbe rintracciato il suo compagno. Cadde, colpito da piombo nemico, sulle sponde del fiume : nell’agonia volle ribaciare la terra dell’altra sponda, che aveva raccolta, e mori invocando la Patria. - 129 - 9