per tentare di comperare giornali e partigiani di neutralità, si sforzava con promesse, che si rivelarono più tardi non sincere, di impedire che questa venisse rotta a loro danno, accrebbe l’avversione verso di loro, le simpatie verso i loro nemici. D’ altra parte alle ragioni d’indole morale, umanitaria, politica, che ogni giorno più spingevano a schierarci contro l’Austria e la Germania, s’aggiungevano ragioni nazionali : il desiderio cioè di compiere l’opera dell’unità della patria, interrotta nel 1870, di togliere all’Austria quelle regioni, su cui tanti e tanti diritti potevamo vantare, e che, prevalentemente abitate da gente della nostra razza, della nostra lingua, della nostra cultura, erano prepotentemente tenute sotto il giogo austriaco. Dal Trentino, da Trieste, dall’Istria, dalla Dalmazia per cinquant’ anni ci erano giunte le supplichevoli invocazioni dei fratelli, perseguitati, oppressi, minacciati persino nel loro più sacro patrimonio, la lingua nazionale. Per anni ed anni l’Italia ufficiale aveva dovuto chiuder gli orecchi a quelle invocazioni, mostrarsi indifferente al martirio dei fratelli, trattenere e frenare lo sdegno che le infinite prepotenze austriache suscitavano nel cuore del nostro popolo : ma ora che l’Austria di propria mano, con /’ ultimatum alla Serbia, aveva lacerato il patto della triplice alleanza, nulla poteva più trattenere l’onda di entusiasmo patriottico, l’ardente desiderio di liberare quelle terre, nostre per diritto di natura e di sangue. - 13 -