Tra i molti che si segnalarono, uno speciale ricordo è dovuto al tenente di vascello Paoletti, ai capi e sottocapi cannonieri Delle Rose e Cursano, ai cannonieri scelti Uroni e Mirabella, che compirono atti di grande valore ed ebbero per primi 1’ onore della medaglia d’ argento. Poco dopo un’ altra non breve lista di ricompense, parecchie delle quali alla memoria di prodi morti combattendo, mostrava quanto animosa fosse la condotta dei superstiti dell’ Amalfi. Tre di essi, il timoniere Di Maio, i marinai Burgio e di Leo, dopo di essersi segnalati in audacissime esplorazioni, con evidente sprezzo della vita, si gettarono nei vortici dell’ Isonzo in piena per afferrare una mina galleggiante, gettata dal nemico nella corrente del fiume allo scopo di distruggere i nostri ponti. Nella difesa dello scoglio di Pelagosa, temporaneamente occupato dai nostri, si perdeva il sottomarino Nercide, il cui comandante, capitano di corvetta Del Greco, all’ improvviso comparire di un sommergibile nemico, si comportò in modo mirabile, insieme al suo ufficiale, tenente di vascello Boggio, al primo macchinista Roggero, al capo torpediniere Di Somma, al capo meccanico Lollo, al secondo capo radio telegrafista Lodi, agli altri uomini dell’ equipaggio, i quali tutti, senza esitazione e consci della imminente fine, pensarono solo a danneggiare il nemico, obbedendo agli ordini del comandante. Un’ altra perdita grave per noi fu il siluramento dell’ incrociatore Garibaldi durante un’ impresa com- - 104 -