dopo pochissimi giorni in nostro potere. E nello stesso tempo, valicato da Grado in su il confine del Friuli Orientale, le nostre colonne raggiunsero Caporetto, si spinsero fin sotto Tolmino e il Monte Nero, valicarono l’Isonzo nel suo corso inferiore, tendendo a Gorizia. La resistenza nemica divenne però sempre maggiore col passare dei giorni ; e i nostri progressi incominciarono a diventare più ardui. L’occupazione dei contrafforti montani del Cordevole, delle Tofane, di Monte Cristallo costò sforzi molto sanguinosi : ma sopra tutto ardua fu l’avanzata sul fronte orientale. Da Piava al mare una continua trincea protetta da dense file di sbarramenti metallici, da numerose artiglierie di grosso calibro si stendeva di fronte alle nostre armate, non sufficientemente munite di artiglierie pesanti, e nell’impossibilità di servirsi delle poche, di cui potevano disporre, per 1 inaccessibilità delle vie. Tuttavia il valore immenso, 1 audacia senza pari delle milizie alpine e delle fanterie nostre, 1’ abilità e il sangue freddo degli artiglieri, il coraggio di cui diedero prova tutti i reparti dell’ esercito, compensarono in parte l’insufficienza dei mezzi d’offesa, e specialmente delle artiglierie. A palmo a palmo, seminando di morti il terreno, a Piava, sul Monte Nero, sulle prime linee del Carso vennero fatti notevoli progressi, non ostante ì violenti contrattacchi, l’uso di proiettili tossici, le male arti del nemico, che spesso, fìn- - 42 -