gravissimo timore. Sopra ogni cosa il tiro preciso delle artiglierie nostre, a cui si erano aggiunte dieci batterie inglesi, e di quasi 150 velivoli, sui rovesci del Querceto (Hermada) parve terrificante ; anche grosse cannoniere, monitors, italiane ed inglesi munite di colossali artiglierie battevano dal mare le retrovie nemiche. Vi fu un istante in cui Trieste parve perduta per l’Austria. Questa potenza ebbe però, nel momento del maggior pericolo un aiuto inaspettato ed insperato. Mentre su! Vodice e su! Carso le sue divisioni si rompevano ad una ad una, si liquefacevano in vani contrattacchi per riprendere le posizioni perdute, e cosi pure le diversioni tentate sul Pasubio e su altri punti della fronte tridentina fallivano miseramente, sulla fronte Orientale del grande teatro della guerra la Russia, in seguito alla rivoluzione colà avvenuta, rallentava, poi interrompeva le operazioni ; sicché l’Austria poteva rinforzare gradatamente le sue posizioni nella Venezia Giulia, richiamando dall’ Oriente divisioni su divisioni e trasportando dall' uno all’ altro fronte centinaia e centinaia di pezzi d' artiglieria. Fu questo un gravissimo colpo per tutte le potenze deil’ Intesa ; ma l'Italia lo risentì più forte, nel momento in cui stava per raccogliere il frutto di due anni di costante, ininterrotta guerra, di generosi sforzi militari e industriaii. Una poderosa controffensiva austriaca, tentata nei primi di giugno, venne fermata e respinta, così su! Carso, come sulla fronte trentina, dove anzi gli Italiani - 66 -