dito, e contro le potenze, che ne sostenevano l’indi-pendenza ; che infine il diritto, la giustizia, la dignità nazionale non permettevano che noi ci unissimo agli aggressori dell’Europa. La deliberazione di neutralità fu accolta in Italia dal plauso quasi universale, che diventò unanime allorché due giorni dopo si videro gli eserciti germanici violare la neutralità del Lussemburgo e del Belgio, garantita da tutte le potenze, col proposito di accelerare la marcia verso la Francia e di colpir questa potenza prima che fosse pronta. Le brutali e ciniche dichiarazioni del governo tedesco, che la necessità non ammette leggi, e che i trattati sono pezzi di carta, indussero l’Inghilterra, ancora esitante, a scendere in campo in difesa della Francia, e suscitarono in Italia un’immensa disapprovazione. Il popolo italiano, erede di Roma immortale, suprema maestra di diritto e di giustizia, si sentì offeso nei suoi sentimenti più nobili, allorché con menzogne si tentò di legittimare quella brutale prepotenza: e il sentimento di avversione alla Germania, di simpatia verso il Belgio, la Francia, l’Inghilterra, si accrebbe allorché giunsero le prime nuove delle inutili crudeltà, delle feroci violenze commesse dagli eserciti tedeschi, non solo contro i soldati belgi, che difendevano il sacro suolo della patria, ma contro le pacifiche popolazioni, contro le donne, contro i bimbi ; allorché si seppe che preziosi monumenti di arte erano stati distrutti e dati alle fiamme ; allorché si vide che - li -