modo non dubbio la saldezza del nostro esercito e le grandi virtù, di cui ufficiali e soldati erano dotati. Tutti ebbero a riconoscere, che se, esaminati sulla carta geografica, i vantaggi territoriali conseguiti dalla presa di Gorizia all’inverno, non erano grandi, la comune causa degli alleati dall’ opera nostra aveva ricavato ingenti benefici, perchè le forze nemiche di Galizia e di Transilvania erano state notevolmente diminuite per fronteggiare il pericolo italiano. Intanto si intensificavano anche le operazioni in Albania. Con lo sbarco a Santi Quaranta e I’ occupazione della linea della Voiussa si dava novello impulso alle azioni, che dovevano finalmente costringere l'avversario a sgombrare la regione ; e quasi contemporaneamente l’Italia dava il suo valido contributo alla spedizione di Macedonia, che si proponeva lo scopo di tagliare agli Austro-Tedeschi la via verso l’Oriente e di impedire l’egemonia delle potenze centrali nella penisola balcanica. Così l’Italia, non solo provvedeva alla propria guerra, ma partecipava attivamente alla guerra comune, dopo aver finalmente gettato l’ultimo ritegno ed aver dichiarato, tardi, ma ancora in tempo, guerra anche alla German a (27 agosto 1916). I utto sembrava promettere in quel momento una rapida e trionfale vittoria dell’ intesa. Ma le grandi speranze che avevano fatto nascere l'avanzata russa sui Carpazi, l’intervento della Romania nella guerra contro le potenze centrali, la rivoluzione avvenuta in 61