piare serenità, profferendo tra i nomi dei suoi più cari quello della sua nave, dei suoi ufficiali, dei suoi compagni. E come lui mirabili per lo spirito di sacrificio il sottonocchiere Molla, il fuochista Pinto, il fuochista scelto Siragusa, il capo meccanico Tommasi, ed altri, ed altri, sottufficiali o marinai delle siluranti, che non si possono pur troppo citar tutti, ma che meriterebbero tutti di essere rammentati dagli Italiani con orgoglio nazionale, con devota riconoscenza. E se dai marinai volgiamo lo sguardo ai dirigenti, agli ufficiali comandanti delle unità, quale folta schiera di valorosi, intelligenti, audaci, laboriosi collaboratori di chi, esponendosi spesso personalmente, tracciava la via, additava 1’ ardua meta ! Alcuni rapidissimi cenni basteranno a dare un’idea di ciò che fu fatto, senza aver la pretesa nè di tutto narrare, nè di ricordare tutti i più degni di encomio. Il 30 novembre del 1915 due torpediniere in perlustrazione dell’Alto Adriatico sorpresero alcune navi nemiche intente a posar mine di sbarramento nel golfo di Trieste. Quantunque si trovassero sotto il tiro delle batterie costiere, i due comandanti non esitarono un solo istante : piombarono sul convoglio, affondarono un pontone carico di mine, fugarono le navi posamine e la scorta, e si sottrassero con abile manovra ai tiri delle artiglierie della costa. Il 17 gennaio del 1916 tre nostre torpediniere - 108 -