dole alquanto ripiegare in alcuni punti, in altri incontrando accanitissima resistenza ; in tre punti special-mente intensificando la loro pressione, nell’ estrema regione dell’Altipiano, sul Grappa e sul medio Piave, dove in un primo attacco riuscirono a varcare il fiume di fronte alla zona del Montello e presso Fagarè, donde si diparte la via per Treviso. Anche nei punti occupati dagli Inglesi i nemici fecero qualche progresso, ma di brevissima durata. Ma già fin dal terzo giorno, grazie all’ eroico contegno della Armata del Grappa e della 111 Armata, memore delle sue gloriose tradizioni, l’impeto nemico poteva dirsi infranto. Con ripetuti, sanguinosi contrattacchi vennero riprese alcune delle posizioni perdute ; rinforzi poderosi dalle retrovie colmarono i vuoti. Come magnificamente disse il comandante supremo "dallo Stelvio al mare ognuno ha compreso che il nemico non deve assolutamente passare; ciascuno dei nostri bravi che difendono il Grappa ha sentito che ogni palmo dello storico monte è sacro alla Patria. " Meraviglioso esempio di sacrificio diedero gli artiglieri del 56° Reggimento che, circondata la posizione importantissima di Col Moschin, ed arrivati i nemici fin quasi sotto le batterie, non cedettero d’un palmo e continuarono a combattere con le baionette e coi sassi, quando ogni possibilità di far fuoco era finita. Inglesi e Francesi, gareggiando d’ardore e di valentia coi nostri, ripresero le posizioni di fresco abbandonate ; sul medio e basso Piave in una mischia - 84 -