compiuta una prima ritirata strategica, abbandonando un terzo circa del territorio francese occupato nel 1914, difendevano con fortuna dagli attacchi nemici il loro fronte dal mare all’Artois, e sotto Verdun erano ancora in piena efficienza. Tutto dunque sembrava favorire un’impresa nemica contro l’Italia, che m sostanza era 1’ unica delle grandi potenze, la quale fosse riuscita ad occupare un vasto territorio nemico ed a contare numerose vittorie. E non meno favorevole ai nostri nemici era la situazione interna dell’ Italia ; perchè la relativa scarsezza dei risultati militari ottenuti in quasi due anni e mezzo di guerra, l’impressione prodotta dalla catastrofe russorumena, altre cause di natura economica e sociale avevano dato un nuovo vigore alla propaganda in favore della pace, per opera di partiti politici, più o meno consapevoli del danno che arrecavano alla Patria. Non è ancora ben chiaro (nè forse sarà chiarito per lungo tempo) che cosa avvenisse nelle ultime giornate del fatale ottobre 1917 in quel punto del fronte italiano, che tutti riconoscevano come strategicamente più debole di tutti, cioè sulla linea del medio Isonzo fra Plezzo e Tolmino e sull’ altipiano della Bamsizza, recentemente conquistato a prezzo di molto sangue. In quel punto, dove gli Austro-Tedeschi avevano ammassate forze assai numerose e una quantità immensa di artiglieria di ogni calibro, le nostre linee erano assai assottigliate, prive di rincalzi e presidiate 69