di pieno giorno si gettarono sopra un altra squadriglia di posamine, operante sotto la protezione del castello di Duino. Violentemente cannoneggiate dalle batterie, assalite da uno stormo di velivoli, le tre torpediniere non desistettero dall* attacco, non ostante le notevoli perdite sofferte, finche non ebbero colpito e fugato il barchereccio nemico. Altre audaci imprese furono compiute dalle squadriglie dell’Alto Adriatico il 7 dicembre 1915, il 4 aprile 1916, in molte altre occasioni ancora ; altre azioni non meno felici nel Basso Adriatico contribuirono a rendere pericoloso, quasi potrebbe dirsi impossibile, ogni movimento nemico in questo mare. Non potendo aver ragione della nostra armata coi mezzi leali, il nemico ricorse al tradimento. L’esito di un recente processo ha mostrato come per opera di emissari austriaci saltasse in aria nel porto di Brindisi il 28 settembre 1915 la nostra forte e bella nave Benedetto Brìn, travolgendo il contrammiraglio Rubin de Cervin, il comandante Fara-Fomi e gran parte degli ufficiali e dell’ equipaggio. Nella stessa maniera 1 anno successivo (1916) nel porto di T aranto si perdeva la Leonardo da Vinci, una delle più potenti nostre dreadnoughts. E similmente a Spezia, al polverificio del Cengio, in altri luoghi il nemico vilmente seminava orrori e morte per diminuire la nostra potenzialità guerresca sul mare e in terra, per abbattere gli animi, per incutere spavento nelle popolazioni. Ma anche in quelle luttuose circostanze rifulse il 109 -