trasporti, in gran parte italiani, scortati da navi da guerra. Si dovettero sostenere numerosissimi attacchi di sommergibili, di siluranti e di velivoli; si dovette sostenere il fuoco micidialissimo delle artiglierie terrestri, che tempestavano specialmente la rada di Durazzo ; ma il nemico non osò uscire con le navi da battaglia per assalirci. Una volta sola tentò il nemico di presentarsi in forze, di notte (29 dicembre) dinnanzi a Durazzo : ma gli incrociatori suoi, scortati da numerose siluranti, si scontrarono con una nostra flottiglia di navi sottili, rinforzata da cinque cacciatorpediniere francesi e da due scouts inglesi, e presero caccia. Nel combattimento di inseguimento due suoi grossi cacciatorpedinieri modernissimi, il Lika e il Triglatt, vennero colpiti a morte. E il tentativo non fu più ripetuto. La nostra marina da guerra, in incessante movimento per la scorta e la difesa dei convogli, per la protezione delle basi navali, per la sorveglianza delle basi navali nemiche, donde potevano uscire gli assalitori, fu veramente degna in quell’ occasione del più grande encomio. Scorrendo i bollettini delle ricompense, le motivazioni delle medaglie concesse alla memoria dei caduti, al valore dei superstiti, si scorge quali ardite, magnifiche azioni compiessero i nostri marinai, rimaste ignorate alla grande maggioranza degli Italiani. 1 nomi del tenente di vascello Malusardi, dei sottotenenti Galli e Grego, del guardiamarina Giannotti, del sotto capo 111 -